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Caritas diocesana di Sibolga   versione testuale

Quando, alla fine del 2004, lo tsunami sconvolse l'Indonesia, l'allora Nunzio, Mgr. Malcolm Ranjith, propose la creazione di Caritas in Indonesia per rispondere all'emergenza. Fino a quel momento, c'era stato un solo tentativo di costituire una Caritas, l'allora Caritas Indonesia o Lpps; l'impresa finì male, con i responsabili sotto processo per una scorretta gestione dei fondi. Cordia, la Caritas diocesana di Medan, fu creata quasi subito per rispondere all'emergenza tsunami, mentre nella Diocesi di Sibolga si pensò di aspettare ancora un anno. Ma l'improvvisa distruzione causata dal terremoto del 28 marzo 2005 rese necessaria una creazione immediata e improvvisata, senza mezzi, senza risorse umane e finanziarie, ma sopratutto senza troppe idee su cosa fosse una Caritas. Caritas Italiana è intervenuta in aiuto a partire da un mese e mezzo dopo il terremoto, ma il percorso era quasi obbligato dalla necessità di rispondere all'emergenza. Questo ha determinato una nascita e crescita innaturale per una Caritas diocesana, che nei suoi primi anni di vita ha faticato a trovare la sua identità di organizzazione della chiesa mentre doveva fare lo stesso lavoro di ricostruzione di tutte le altre Ong.

Settori di intervento

Finita la fase di ricostruzione, questi i settori di intervento su cui il programma di Caritas Sibolga vorrebbe concentrarsi:

  1. Formazione e promozione della cultura per i giovani
  2. Istruzione
  3. Promozione di valori e tematiche attraverso un programma preciso ma anche attraverso la creazione di una radio comunitaria
  4. Programma per le donne
  5. Salute e nutrizione
  6. Microprogetti per categorie vulnerabili
  7. Livelihood
  8. Formazione delle parrocchie

Metodologia operativa di Caritas Sibolga

Caritas Sibolga ha sviluppato piena adesione a tutti i principi di Caritas Internationalis, quali:

  • L'utilizzo di medodi partecipativi nell'implementazione dei progetti
  • L'attenzione alle donne e alle differenze di genere
  • La non discriminazione dei beneficiari e dello staff a seconda dell'appartenenza religiosa (nonostante molti preti e cattolici laici vorrebbero che la Caritas aiutasse solo i cattolici)
  • L'attenzione alla conservazione dell'ambiente
  • La scelta dei più poveri fra i poveri come beneficiari, anche se, nel caso di Nias, è difficile, visto il generale livello di povertà diffusa su tutto il territorio Il lavoro in parternariato, con altre Caritas, con le parrocchie, con altre commissioni diocesane
  • Un utilizzo e una gestione dei fondi responsabile, professionale e trasparente