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Giovedì 14 Agosto 2014
Gaza: prosegue l'impegno Caritas   versione testuale

Dopo la fragile tregua umanitaria di questi giorni, che apre una tenue speranza di tregua delle ostilità, Caritas Gerusalemme conferma che il suo Centro sanitario di Gaza è operativo, insieme alla clinica mobile, basata nel Beach Camp, una delle zone più densamente abitate della striscia di Gaza. Il Centro assicura assistenza sanitaria di base e integrata a tutta la comunità. Molti pazienti sono trasferiti dalle scuole dell'URWA (l'agenzia delle Nazioni Unite per l'assistenza ai palestinesi) al Centro ella Caritas per le cure necessarie. Le malattie della pelle e la pediculosi sono problemi comuni tra i bambini, costretti a stare in classi sovraffollate e con poche strutture igieniche. La clinica mobile raggiunge in sei località le persone più povere che non hanno accesso ai servizi pubblici.
 
Un team psicosociale sta organizzando il lavoro in questo settore; quasi tutti sono traumatizzati da questa guerra e il team da assistenza psicosociale alle vittime della guerra, in particolare a quelli che sono i più colpiti,i bambini.
 
La Caritas sta organizzando aiuti per 16.000 persone. In una prima fase si occuperà di fornire medicine, quasi esaurite, lenzuola e gasolio per l’elettricità per curare circa 6.000 feriti. Il numero è in costante ascesa e il supporto sanitario di Caritas andrà ai 4 ospedali pubblici di Gaza, Beit Hanoun, Kamal Edwan Al Shifa e Al Ahli, oltre che al Centro sanitario e alla clinica mobile della stessa Caritas Gerusalemme. Tra le tante emergenze si cercherà di dare anche sostegno psico-sociale, soprattutto ai bambini feriti, la pagina più dolorosa di questo ignobile conflitto. Successivamente è prevista la distribuzione di viveri e kit igienici secondo le necessità. Tutta l’azione avviene in coordinamento  con le autorità locali, la Mezzaluna Rossa, e le Agenzie delle Nazioni Unite (WHO, WFP e UNRWA) per garantirne la massima efficacia.
 
L'appello lanciato da Caritas Gerusalemme (1.130.855 euro)  è sempre attivo, ed è  finora stato finanziato dalle rete Caritas al 70%. Caritas Italiana ha dato un'immediata risposta con 100.000 Euro, ma si rivolge ancora a tutte le comunità  perché  il nostro appoggio non venga meno, in un Medio Oriente ormai quasi completamente in fiamme.
 
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14 agosto 2014
Mentre si vive con il fiato sospeso una tregua che potrebbe cessare da un momento all'altro, e nello stesso tempo nella speranza che gli estremisti delle due parti non prevalgano, si cerca di riparare alla meno peggio i danni subiti dagli abitanti della striscia di Gaza,  a cominciare dalle fognature,che sono state distrutte in molte parti e sono rimaste a cielo aperto per settimane. Inoltre c'è necessità di acqua pulita, che ormai scarseggia e ci sono sempre lunghe interruzioni di corrente elettrica.
Mentre al Cairo si discute fra palestinesi e israeliani, gli abitanti di Gaza si chiedono come si potrà ricostruire ciò che è stato distrutto.
 Le fonti palestinesi affermano che oltre 60 strutture industriali, soprattutto di produzione di materiale per le costruzioni, sono state colpite.
 Da fonte ONU si stima che 16.700 abitazioni sono state distrutte o gravemente danneggiate in poco pi  di un mese di attacchi, lasciando oltre 100.000 persone senza casa, ma ben 209.522 sono state accolte nelle 88 scuole gestite dall'Agenzia delle Nazioni Unite per la Palestina (UNRWA).
Le richieste dei palestinesi da una parte e degli israeliani dall'altra sono purtroppo ancora lontane, su punti essenziali, come la libertà  di commercio e di movimento o la demilitarizzazione della striscia. Intanto, sempre secondo le fonti ONU, 1960 palestinesi sono stati uccisi, di cui il 71 % civili e 64 militari israeliani e tre civili.
Dall'inizio delle ostilità , ben 15 fra i 32 ospedali della Striscia sono stati colpiti, oltre  a 18 centri centri sanitari e a 29 ambulanze.
La mancanza di medicinali è  drammatica ed  è questo il settore in cui principalmente Caritas Gerusalemme è  stata attiva negli ultimi giorni, con circa 900 persone assistite, la distribuzione di viveri e coperte a centinaia di famiglie e di 3200 litri di gasolio per fare funzionare le strutture ospedaliere.
Caritas Italiana accogliendo la richiesta di aiuto rivolta alla rete internazionale,  fa appello alla generosità degli offerenti. Resta in costante contatto con Caritas Gerusalemme e sostiene gli interventi in atto mettendo a disposizione 100.000 euro. «È urgente che vi sia una pronta risposta solidale» – sottolinea don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, aggiungendo che «resta comunque priorità ineludibile quella di deporre le armi».

Una nuova richiesta di cessate il fuoco è venuta da S.E. Mons. Tomasi, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, durante la XXI sessione speciale del Consiglio per i diritti umani. «La violenza non paga mai» ha detto  Mons. Tomasi evidenziando come con la violenza in quei territori si continuerà a vivere come nemici e avversari, mentre «con la pace è possibile vivere come fratelli e sorelle». Come indicato da papa Francesco nel maggio scorso a Betlemme, l’impegno comune deve essere dunque quello di creare le condizioni per «una pace stabile, basata sulla giustizia, sul riconoscimento dei diritti di ciascuno e sulla reciproca sicurezza».
 
Mercoledì 23 luglio scorso, una dichiarazione congiunta di Caritas Internationalis e Dominicans for Justice and Peace presentata durante la XXI sessione speciale del Consiglio per i diritti umani, ha chiesto il cessate il fuoco e la tutela dei diritti umani in Terra Santa.

Per sostenere gli interventi in corso, si possono inviare offerte a:
Caritas Italiana
via Aurelia 796
00165 Roma
 
Tramite C/C POSTALE N. 347013, specificando nella causale: “Terra Santa/Emergenza Gaza”
 
Oppure tramite queste modalità online.
 
Le offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
• Banca Prossima, piazza della Libertà 13, Roma – Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474
• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113