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Lunedì 25 Luglio 2022

La decima edizione del Ragusa Foto Festival si svolge da giovedì 21 luglio al 28 agosto. Le quattro giornate inaugurali (21-24 luglio) sono state caratterizzate da un denso programma di incontri, dibattiti, tavole rotonde, letture, workshop, tra cui due incontri con il coinvolgimento diretto di Caritas Italiana. Il Festival prosegue quanto iniziato gli anni passati sui temi del dialogo e della speranza, interrogandosi sul concetto di armonia come attitudine a mettere insieme, in concordanza, più elementi. Che non significa assenza di contrasti o conflitti, ma mente aperta al bene comune. Dal 2012 Ragusa Foto Festival costituisce un'occasione di approfondimento di diversi linguaggi delle arti visive richiamando la più antica caratteristica del Mediterraneo, l'armonia del dialogo tra culture diverse nel "mare fra le terre".
Ragusa Foto Festival, attraverso il Progetto Presidio di Caritas Italiana, e dunque attraverso il racconto dei Presidi sui vari territori, mira a diffondere lo sguardo sui lavoratori immigrati e sulle loro storie, speranze, paure, voglia di riscatto. Quest'anno, con il sostegno di Caritas Italiana e Fondazione con il Sud, i fotografi Carlo Bevilacqua e Pietro Motisi, con la collaborazione delle Caritas diocesane di Crotone e di Oppido Mamertina – Palmi, hanno realizzato due progetti espositivi dedicati ai lavoratori che vivono intorno ai Presidi Caritas della Calabria. I lavori saranno esposti dal 21 luglio al 28 agosto a Ibla nell'Auditorium di San Vincenzo Ferreri.

A sinistra, un'immagine dalla mostra "A Chijana da spiranza" di Carlo Bevilaqua. ll progetto propone una riflessione raccontando le normalità, le storie, le speranze, le paure di queste persone che malgrado vivano ai margini delle nostre comunità sono un universo sintetizzabile in luoghi comuni ma parte attiva dello sviluppo e della crescita dei nostri territori. Il progetto intende raccontare la quotidianità dei lavoratori immigrati, per lo più africani, presenti sul territorio della piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, dove è presente il Presidio affidato alla Caritas diocesana di Oppido Mamertina – Palmi. Accoglienza e integrazione sono il filo conduttore del progetto fotografico con il quale Bevilacqua dà un nome, un volto, una dignità ai lavoratori che con i loro sguardi "osservano" il lettore e lo invitano a scoprire le loro storie senza porre l'accento sulle precarie condizioni abitative spesso centrali nella narrazione del luogo e che tendono a relegare i braccianti nella categoria degli invisibili e in una condizione di anonimato e indifferenza.
A destra, un'immagine della mostra "Cratere" di Pietro Motisi. Il fulcro di questa storia risiede nell'esplorazione del concetto di abitare e nella sua risignificazione. l'autore riflette sulla propria impronta fotografica tra le abitazioni sensibili nelle aree intorno all'omonimo presidio, quello affidato alla Caritas diocesana di Crotone, e i suoi scatti diventano spazi dove riportare pensiero, luce, intenzione. L'esperienza dell'altro non come motivo di denuncia ma come occasione per riedificare le fondamenta invisibili su cui giace il senso di una comunità civile. Un cratere sulla superficie di Marte porta il nome di Crotone. L'installazione è pensata come un luogo di impatto ove ricostruire e misurarci con la nostra stessa idea di casa.

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