Martedì 25 Gennaio 2022
“Seguo con preoccupazione l’aumento delle tensioni che minacciano di infliggere un nuovo colpo alla pace in Ucraina e mettono in discussione la sicurezza nel Continente europeo, con ripercussioni ancora più vaste. Faccio un accorato appello a tutte le persone di buona volontà, perché elevino preghiere a Dio onnipotente, affinché ogni azione e iniziativa politica sia al servizio della fratellanza umana, più che di interessi di parte. Chi persegue i propri scopi a danno degli altri, disprezza la propria vocazione di uomo, perché tutti siamo stati creati fratelli. Per questo e con preoccupazione, viste le tensioni attuali, propongo che mercoledì prossimo 26 gennaio sia una giornata di preghiera per la pace”.
Con queste parole Papa Francesco all’Angelus di domenica scorsa 23 gennaio, ha invitato a unirsi in preghiera domani, mercoledì 26 gennaio “affinché ogni azione e iniziativa politica sia al servizio della fratellanza umana, più che di interessi di parte”, per il bene dell’Ucraina, come pure di ogni altro conflitto dimenticato che insanguina il pianeta. Cresce infatti in tutto il mondo la preoccupazione per le tensioni sempre più forti al confine russo-ucraino che vanno ad aggravare un quadro geopolitico internazionale quanto mai frammentato. I conflitti armati aumentano, di conseguenza le vittime, coloro che hanno bisogno di aiuti umanitari (+40%), i rifugiati e gli sfollati.
Nonostante gli sforzi diplomatici di questi giorni sembra sempre più vicina la possibilità che ancora una volta il continente europeo sia sconvolto da una guerra inutile e fratricida, frutto di una rapida escalation militare e dall’assenza di soluzioni alternative da parte di tutti gli attori coinvolti. Nel degenerare delle tensioni in un conflitto violento non ci sono vincitori, ma solo fossati tra i popoli e comunità che sarà assai difficile riempire.
La guerra in Ucraina orientale in realtà non è mai cessata: in questi 8 anni, nonostante gli accordi di pace firmati nel 2015 a Minsk, i belligeranti nella regione del Donbass continuano a spararsi quotidianamente affliggendo la vita dei quasi quattro milioni di civili che ancora vivono in queste zone di confine. Un conflitto che dal 2014 ha causato la morte di circa 14.000 persone, di cui 150 bambini e la fuga di più di 1, 4 milioni di persone, costrette a vivere da sfollati nel resto del paese. La crisi sanitaria ha aggravato ulteriormente la situazione. “L'attuale minaccia di intervento militare, aggravata dalla pandemia e dallo stress economico che l'accompagna, sta peggiorando una situazione già difficile in Ucraina” dichiara Tetiana Stawnychy, presidente di Caritas Ucraina, che poi aggiunge: “La guerra continua senza sosta e ogni giorno la popolazione locale ne subisce le drammatiche conseguenze: la perdita di vite umane, il trauma della violenza e la distruzione delle infrastrutture vitali necessarie per i bisogni umani fondamentali”.
La Caritas in Ucraina è stata sempre in prima linea per assistere le persone più vulnerabili, sia nelle zone interessate dal conflitto che nel resto del paese. Ha provveduto alla fornitura di aiuti umanitari, all'assistenza domiciliare in aree difficili da raggiungere, al supporto psico- sociale delle famiglie . “Attraverso le attività comunitarie, Caritas ha aiutato le persone a organizzarsi e a cominciare a normalizzare la vita sociale", prosegue Tetiana Stawnychy. Dall'inizio della crisi nel 2014, la Caritas in Ucraina ha aiutato circa 800 mila persone. Un aiuto che ha raggiunto anche i profughi provenienti da altri paesi, come le famiglie afghane che questa estate sono state accolte nelle strutture Caritas, in attesa di un trasferimento in altri paesi europei.
In questi anni Caritas Italiana ha sostenuto queste attività, cercando di esprimere concretamente la vicinanza delle comunità italiane. Anche in questa delicata fase resta accanto alla Caritas e alla popolazione locale e rilancia l’appello del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d'Europa: “In quanto pastori del Continente Europeo, vogliamo fare appello ai Responsabili delle Nazioni affinché non dimentichino le tragiche guerre mondiali del secolo scorso.... Insieme al Santo Padre, vogliamo chiedere ai Governi di trovare "soluzioni accettabili e durature”, basandosi sul dialogo e sul negoziato e senza ricorrere alle armi”.
La pace è una costruzione che riguarda tutti, ad ogni livello di responsabilità, nessuno escluso.
“La pace è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso. C’è, infatti, una “architettura” della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società, e c’è un “artigianato” della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona. Tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico: a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente, fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati.” Papa Francesco, Messaggio per la pace, 1 gennaio 2022.
Con queste parole Papa Francesco all’Angelus di domenica scorsa 23 gennaio, ha invitato a unirsi in preghiera domani, mercoledì 26 gennaio “affinché ogni azione e iniziativa politica sia al servizio della fratellanza umana, più che di interessi di parte”, per il bene dell’Ucraina, come pure di ogni altro conflitto dimenticato che insanguina il pianeta. Cresce infatti in tutto il mondo la preoccupazione per le tensioni sempre più forti al confine russo-ucraino che vanno ad aggravare un quadro geopolitico internazionale quanto mai frammentato. I conflitti armati aumentano, di conseguenza le vittime, coloro che hanno bisogno di aiuti umanitari (+40%), i rifugiati e gli sfollati.
Nonostante gli sforzi diplomatici di questi giorni sembra sempre più vicina la possibilità che ancora una volta il continente europeo sia sconvolto da una guerra inutile e fratricida, frutto di una rapida escalation militare e dall’assenza di soluzioni alternative da parte di tutti gli attori coinvolti. Nel degenerare delle tensioni in un conflitto violento non ci sono vincitori, ma solo fossati tra i popoli e comunità che sarà assai difficile riempire.
La guerra in Ucraina orientale in realtà non è mai cessata: in questi 8 anni, nonostante gli accordi di pace firmati nel 2015 a Minsk, i belligeranti nella regione del Donbass continuano a spararsi quotidianamente affliggendo la vita dei quasi quattro milioni di civili che ancora vivono in queste zone di confine. Un conflitto che dal 2014 ha causato la morte di circa 14.000 persone, di cui 150 bambini e la fuga di più di 1, 4 milioni di persone, costrette a vivere da sfollati nel resto del paese. La crisi sanitaria ha aggravato ulteriormente la situazione. “L'attuale minaccia di intervento militare, aggravata dalla pandemia e dallo stress economico che l'accompagna, sta peggiorando una situazione già difficile in Ucraina” dichiara Tetiana Stawnychy, presidente di Caritas Ucraina, che poi aggiunge: “La guerra continua senza sosta e ogni giorno la popolazione locale ne subisce le drammatiche conseguenze: la perdita di vite umane, il trauma della violenza e la distruzione delle infrastrutture vitali necessarie per i bisogni umani fondamentali”.
La Caritas in Ucraina è stata sempre in prima linea per assistere le persone più vulnerabili, sia nelle zone interessate dal conflitto che nel resto del paese. Ha provveduto alla fornitura di aiuti umanitari, all'assistenza domiciliare in aree difficili da raggiungere, al supporto psico- sociale delle famiglie . “Attraverso le attività comunitarie, Caritas ha aiutato le persone a organizzarsi e a cominciare a normalizzare la vita sociale", prosegue Tetiana Stawnychy. Dall'inizio della crisi nel 2014, la Caritas in Ucraina ha aiutato circa 800 mila persone. Un aiuto che ha raggiunto anche i profughi provenienti da altri paesi, come le famiglie afghane che questa estate sono state accolte nelle strutture Caritas, in attesa di un trasferimento in altri paesi europei.
In questi anni Caritas Italiana ha sostenuto queste attività, cercando di esprimere concretamente la vicinanza delle comunità italiane. Anche in questa delicata fase resta accanto alla Caritas e alla popolazione locale e rilancia l’appello del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d'Europa: “In quanto pastori del Continente Europeo, vogliamo fare appello ai Responsabili delle Nazioni affinché non dimentichino le tragiche guerre mondiali del secolo scorso.... Insieme al Santo Padre, vogliamo chiedere ai Governi di trovare "soluzioni accettabili e durature”, basandosi sul dialogo e sul negoziato e senza ricorrere alle armi”.
La pace è una costruzione che riguarda tutti, ad ogni livello di responsabilità, nessuno escluso.
“La pace è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso. C’è, infatti, una “architettura” della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società, e c’è un “artigianato” della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona. Tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico: a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente, fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati.” Papa Francesco, Messaggio per la pace, 1 gennaio 2022.
È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana (Via Aurelia 796 - 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line tramite il sito www.caritas.it, o bonifico bancario (causale “Europa/Ucraina”) tramite:
• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
• Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
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