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Martedì 23 Aprile 2019
Nuove forti scosse di terremoto hanno colpito nei giorni di Pasqua le Filippine, provocando almeno 16 morti e centinaia di feriti. «La Chiesa filippina attraverso NASSA (Caritas Filippine) - ha dichiarato il Segretario generale padre Edwin Gariguez - sta continuando a coordinarsi con le diocesi colpite per valutare le conseguenze dei terremoti avvenuti nelle regioni di Luzon e Visayas. Il nostro team di primo intervento è pronto ad operare in base alle richieste delle Diocesi, in coordinamento con gli altri soccorritori per ottimizzare risposte e risorse». «Ringraziamo anche i nostri partner e quanti si sono uniti a noi in preghiera. Confidiamo di poter superare questo difficile momento grazie proprio alle preghiere e al sostegno dell’intera rete Caritas e di molte altre persone», ha aggiunto padre Gariguez.
Sempre nel Sud-est asiatico non si attenua l'eco dei tragici attentati che hanno sconvolto lo Sri Lanka, causando finora 321 morti e 520 feriti nella capitale Colombo. «Caritas Sri Lanka - ha dichiarato Peppe Pedron, referente di Caritas italiana per l’Asia meridionale - finora ha distribuito un po’ di cibo alle persone colpite e sta partecipando a riunioni con il governo e i rappresentanti di altre religioni. Giovedì prossimo in particolare sarà ad un incontro insieme a cinque altri organismi (tra cui l’Università Cattolica) per organizzare sostegno psicologico e counseling per le famiglie delle vittime, per i testimoni o per chi è arrivato dopo per portare soccorsi. Una volta fatta l’analisi dei bisogni si capirà come intervenire: la priorità sono ora le persone, poi si penserà alla ricostruzione delle chiese, per le quali verranno fatte specifiche raccolte fondi. Sicuramente arriveranno aiuti dall’estero». Tutta la comunità cattolica è “sotto choc”; nessuno degli operatori di Caritas Sri Lanka né le loro famiglie sono rimaste ferite. «La comunità è sconvolta ma solida – ha affermato Pedron – ci si rende conto della gravità del fatto ma non si capisce il perché. Tornano gli spettri della guerra civile, con tante ferite e sofferenze forse non sufficientemente elaborate e guarite. Ogni tanto a livello locale esplodono scintille tra comunità di diverse religioni, spesso alimentate da fake news che diffondono l’odio».
Sempre nel Sud-est asiatico non si attenua l'eco dei tragici attentati che hanno sconvolto lo Sri Lanka, causando finora 321 morti e 520 feriti nella capitale Colombo. «Caritas Sri Lanka - ha dichiarato Peppe Pedron, referente di Caritas italiana per l’Asia meridionale - finora ha distribuito un po’ di cibo alle persone colpite e sta partecipando a riunioni con il governo e i rappresentanti di altre religioni. Giovedì prossimo in particolare sarà ad un incontro insieme a cinque altri organismi (tra cui l’Università Cattolica) per organizzare sostegno psicologico e counseling per le famiglie delle vittime, per i testimoni o per chi è arrivato dopo per portare soccorsi. Una volta fatta l’analisi dei bisogni si capirà come intervenire: la priorità sono ora le persone, poi si penserà alla ricostruzione delle chiese, per le quali verranno fatte specifiche raccolte fondi. Sicuramente arriveranno aiuti dall’estero». Tutta la comunità cattolica è “sotto choc”; nessuno degli operatori di Caritas Sri Lanka né le loro famiglie sono rimaste ferite. «La comunità è sconvolta ma solida – ha affermato Pedron – ci si rende conto della gravità del fatto ma non si capisce il perché. Tornano gli spettri della guerra civile, con tante ferite e sofferenze forse non sufficientemente elaborate e guarite. Ogni tanto a livello locale esplodono scintille tra comunità di diverse religioni, spesso alimentate da fake news che diffondono l’odio».
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