Pasqua, un passaggio dall’inverno alla primavera, dalla schiavitù alla libertà, dal peccato alla ritrovata comunione con Dio, dalla morte alla vita.
La Quaresima è segno sacramentale di questa conversione che – come sottolinea Papa Francesco nel Messaggio per la Quaresima – ci chiede di abbandonare “l’egoismo, lo sguardo fisso su noi stessi” e di farci “prossimi dei fratelli e delle sorelle in difficoltà, condividendo con loro i nostri beni spirituali e materiali”.
Come la Quaresima di Gesù è stata “entrare nel deserto del creato” per farlo tornare ad essere “giardino della comunione con Dio”, così per noi è necessario compiere un percorso attraverso i deserti di oggi. A volte occorrerà attraversare l’esperienza della solitudine; altre volte sarà necessario l’abbandono di abitudini che pur dando sicurezza, ci tengono quasi imprigionati; altre volte si dovrà necessariamente “morire” a scelte di narcisismo egoistico centrate solo sulla ricerca di soddisfare i propri bisogni. Così come si dovrà andare controcorrente, rovesciando le logiche dominanti del “tutto e subito, dell’avere sempre di più”.
L’auspicio è che le nostre comunità sappiano assumere un volto e una identità sempre più “pasquali”, capaci cioè di vivere quel movimento di uscita da se stesse, dai propri ripiegamenti e dalle proprie chiusure che è richiesto dalla fede e dall’incontro con Gesù morto e risorto. Atteggiamenti inseparabili dall’attenzione verso il povero, dalla pratica dell’accoglienza, dall’uso responsabile dei beni, dalla giustizia sociale, sia locale che planetaria.
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