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Venerdì 28 Maggio 2021
Etiopia: a sei mesi dallo scoppio della guerra, nel Tigray crisi umanitaria sempre più grave.   versione testuale

Sono trascorsi sei mesi dall’inizio del conflitto nel Tigray, la regione più a nord dell’Etiopia al confine con Eritrea e Sudan,  tra forze federali e quelle regionali con il coinvolgimento ormai acclarato anche di forze eritree. Nonostante l’intensità del conflitto si sia ridotta, permane un clima di tensione e insicurezza con scontri localizzati in alcune aree. Sempre più grave invece la crisi umanitaria provocata dal conflitto,  dalla pregresse condizioni di vulnerabilità della popolazione e dall’accesso agli aiuti ancora limitato in molte aree. Secondo le ultime stime delle Nazioni Unite, le persone che necessitano di assistenza umanitaria sono salite a 5,2 milioni, gli sfollati a 2 milioni ed i profughi fuggiti in Sudan a oltre 63.000. Secondo, recenti rapporti del Ministero dell'Istruzione, almeno il 25% delle scuole in Tigray è stato danneggiato, con la distruzione parziale o completa di aule, uffici, sistemi idrici e servizi igienici. Negli ospedali mancano medicine e personale sanitario, frequenti i saccheggi e ormai esigui i servizi di base garantiti. Si stima che circa la metà degli ospedali e dei centri sanitari nella regione non siano funzionanti.
 
La guerra colpisce un’area già tra le più povere dell’Etiopia con un alto tasso di malnutrizione e carenza di servizi essenziali. Inoltre la guerra è scoppiata in un momento in cui l’intero paese è alle prese da mesi con altre crisi, quali le invasioni di locuste, la  pandemia di covid-19, l’insicurezza alimentare in molte aree.
 
Grazie alla solidarietà espressa da singoli e comunità e ad un contributo dai fondi dell’8 per mille alla Chiesa Cattolica, Caritas Italiana - che dall'inizio è stata accanto a Caritas Etiopia lanciando anche un preoccupato allarme a cento giorni dall'inizio del conflitto - prosegue il sostegno agli interventi in atto (cf. scheda interventi). In particolare sino ad oggi si sono raggiunti i seguenti risultati a beneficio delle persone sfollate o comunque bisognose di assistenza umanitaria: 
Cibo e nutrizione: 8.800 bambini hanno ricevuto integratori alimentari e oltre 20.000 famiglie e 3.600 persone singole  aiuti alimentari 
Acqua: in Adigrat sono state distribuite 10 cisterne per la raccolta dell’acqua e sono stati riparati 65 sistemi idrici
Beni di prima necessità non alimentari: oltre 10.000 famiglie sono state assistite con coperte, materassi e tappeti, lenzuola, kit per le donne, igienizzanti, piatti, tazze 
Voucher per l’acquisto di cibo, beni di prima necessità, acqua: distribuiti a oltre 6000 famiglie 
Attrezzi agricoli e sementi: distribuiti a 4.800 famiglie
Il perdurare della crisi e le condizioni di vulnerabilità della popolazione richiedono la prosecuzione di questi interventi nel medio termine, per questo Caritas Italiana invita a continuare ad esprimere vicinanza e solidarietà concreta alla popolazione e si unisce ai numerosi e reiterati appelli affinché cessino le violenze, siano tutelati i civili, sia garantito l’accesso agli aiuti.
 
È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana (Via Aurelia 796 - 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario (causale "Emergenza Etiopia”) tramite:
• conto corrente postale n. 347013
• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
• Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119