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Verso la Giornata mondiale della Pace (video riflessioni Caritas Italiana e Pax Christi)
Giovedì 17 Dicembre 2020
È stato presentato oggi il testo del Messaggio per la 54a Giornata mondiale della Pace, sul tema “La cultura della cura come percorso di pace” che si celebra il 1° gennaio 2021. Intanto il Comitato organizzatore della Marcia Nazionale per la Pace di fine anno, costituito dalla Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, dalla Caritas Italiana, dall’Azione Cattolica Italiana e da Pax Christi Italia, rende noto che il tradizionale appuntamento del 31 dicembre 2020 (la prima volta fu a Sotto il Monte nel 1968) non potrà avvenire secondo le modalità consuete a causa della pandemia. «Predisporremo un webinar di riflessione e testimonianze sul tema del Messaggio - spiegano - , faremo conoscere con tutti i mezzi a nostra disposizione i contenuti del Messaggio e offriremo un Sussidio di Preghiera per famiglie, comunità, gruppi, associazioni e movimenti che desiderano unirsi alle intenzioni di papa Francesco e di tutta la Chiesa. L’appuntamento con una città, una diocesi e un territorio è rimandato a Savona il 31 dicembre 2021».
In particolare il webinar è previsto per il 30 dicembre alle ore 18 e si può seguire tramite la pagina Facebook e il canale Youtube della CEI.
«La terribile esperienza della pandemia di Covid-19 ci ha portato a scoprire - o a riscoprire - la fragilità dei nostri organismi fisici e psicologici: il nostro corpo e la nostra salute. Ma anche la fragilità delle nostre istituzioni e delle nostre politiche che hanno sostenuto uno sviluppo di tipo "tecnocratico" - come dice l'Enciclica Laudato si’ - senza pensare alla tutela e alla cura della biodiversità e delle persone. Corpi e vita sono stati strumentalizzati per il solo servizio della produzione e del profitto», è stato dichiarato nella conferenza stampa, che si è svolta in modalità online.
«Anche se la pandemia ha colpito tutte le categorie sociali - è proseguita la presentazione -, sappiamo che i più poveri hanno sperimentato - e stanno sperimentando - una maggiore sofferenza. Le conseguenze economiche e sociali della pandemia hanno infatti avuto un impatto catastrofico sui più vulnerabili: i senzatetto, i disoccupati, i migranti, i lavoratori dell'economia informale, gli anziani. In questo contesto, che richiede una fondamentale conversione delle politiche sociali, dell'economia e delle relazioni internazionali, cosa significa "cultura della cura"? La cultura è un modo di essere e di costruire un modo di pensare "l'essere insieme". La "cultura della cura" richiede quindi una certa visione delle persone e delle condizioni di vita. "Prendersi cura" non significa solo fornire assistenza, anche se l'assistenza e i medicinali sono indispensabili. "Prendersi cura" significa avvicinarsi agli altri, al loro corpo e alla loro vita, e ascoltare la loro sofferenza, come si impara ad ascoltare un cuore che batte. La dignità inizia con lo sguardo e l'ascolto. Così, la "cultura della cura" è inseparabile dalla "cultura dell'incontro" che è centrale nell'insegnamento morale e pastorale di Papa Francesco».
«La terribile esperienza della pandemia di Covid-19 ci ha portato a scoprire - o a riscoprire - la fragilità dei nostri organismi fisici e psicologici: il nostro corpo e la nostra salute. Ma anche la fragilità delle nostre istituzioni e delle nostre politiche che hanno sostenuto uno sviluppo di tipo "tecnocratico" - come dice l'Enciclica Laudato si’ - senza pensare alla tutela e alla cura della biodiversità e delle persone. Corpi e vita sono stati strumentalizzati per il solo servizio della produzione e del profitto», è stato dichiarato nella conferenza stampa, che si è svolta in modalità online.
«Anche se la pandemia ha colpito tutte le categorie sociali - è proseguita la presentazione -, sappiamo che i più poveri hanno sperimentato - e stanno sperimentando - una maggiore sofferenza. Le conseguenze economiche e sociali della pandemia hanno infatti avuto un impatto catastrofico sui più vulnerabili: i senzatetto, i disoccupati, i migranti, i lavoratori dell'economia informale, gli anziani. In questo contesto, che richiede una fondamentale conversione delle politiche sociali, dell'economia e delle relazioni internazionali, cosa significa "cultura della cura"? La cultura è un modo di essere e di costruire un modo di pensare "l'essere insieme". La "cultura della cura" richiede quindi una certa visione delle persone e delle condizioni di vita. "Prendersi cura" non significa solo fornire assistenza, anche se l'assistenza e i medicinali sono indispensabili. "Prendersi cura" significa avvicinarsi agli altri, al loro corpo e alla loro vita, e ascoltare la loro sofferenza, come si impara ad ascoltare un cuore che batte. La dignità inizia con lo sguardo e l'ascolto. Così, la "cultura della cura" è inseparabile dalla "cultura dell'incontro" che è centrale nell'insegnamento morale e pastorale di Papa Francesco».
In vista della prossima Giornata mondiale della Pace sul sito www.conflittidimenticati.it abbiamo dedicato una serie di riflessioni in video sui precedenti Messaggi della Pace, con i commenti di don Renato Sacco, Coordinatore nazionale di Pax Christi Italia, e don Francesco Soddu, Direttore di Caritas Italiana.
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