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Venerdì 11 Settembre 2020
Caritas Firenze   versione testuale
Report "Bambini e ragazzi: la povertà educativa nell'emergenza Covid-19"
    
“Bambini e ragazzi: la povertà educativa nell’emergenza Covid-19”. È questo il tema del quarto Report sugli effetti della pandemia, elaborato da Caritas Firenze in collaborazione con la Fondazione Solidarietà Caritas Onlus. Un appuntamento mensile che si propone di offrire un quadro aggiornato dei fenomeni di povertà della diocesi sulla base dei dati raccolti dai Centri di Ascolto, dai volontari sul campo e, in questo numero, da interviste a insegnanti, personale della scuola, testimonianze provenienti da soggetti del Terzo settore e da un questionario costruito ad hoc per i docenti di religione.
  
«In questo Report – dichiara Giovanna Grigioni, referente Osservatorio Caritas – abbiamo raccontato quello che è accaduto nell’universo dell’infanzia e dell’adolescenza durante il lockdown. Negli scorsi mesi abbiamo infatti constatato come il Coronavirus abbia reso evidenti alcune delle criticità che da tempo erano latenti nel tessuto sociale, anche nel mondo dell’istruzione. Dalla ricerca emerge chiaro come i minori, che già prima della pandemia si trovavano in difficoltà, abbiano maggiormente pagato le conseguenze in termini economici ed educativi».

Secondo lo studio Caritas, vi è una stretta correlazione tra fragilità economica delle famiglie e povertà educativa dei più piccoli, che spesso si rilevano i nuovi poveri del domani. L’esperienza dimostra infatti come in Italia la povertà tenda ad incidere maggiormente sui minorenni, sui quali ha anche un effetto più duraturo, compromettendo le possibilità future di emancipazione dalla condizione socio-economica di origine. Per questo, sottolinea il Report, gli interventi migliori per evitare la trasmissione intergenerazionale della povertà sono quelli di carattere preventivo, piuttosto che quelli riparativi.

È proprio l’emergenza sanitaria, un altro dei fattori determinanti della povertà educativa. La diversa situazione di partenza ha infatti comportato, seppur a parità di mezzi materiali forniti dalle scuole (pc/tablet/connessione), un differente accesso alle lezioni, ai contenuti, all’apprendimento. Oltretutto, si legge ancora nel Report, il blocco delle attività formative e di socialità per coloro che vivono nei contesti più svantaggiati, si sono tradotte nella perdita di motivazione e in un isolamento che facilmente porterà alla crescita della dispersione scolastica e dei Neet, ovvero dei ragazzi fuori dai circuiti educativi e lavorativi. Ma c’è una via di uscita...