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Comunicato stampa (22 aprile 2020 - .pdf)
Mercoledì 22 Aprile 2020
Nessuno resti indietro. Caritas Italiana per un piano per la protezione sociale universale contro la crisi
Caritas Italiana vive con grande preoccupazione l’inedita fase storica che il nostro Paese sta attraversando. La sua presenza capillare nel territorio attraverso la rete delle Caritas Diocesane - al fianco di tante persone e famiglie in difficoltà - la porta a mettere in evidenza due pericoli che emergono sin da ora. Da una parte il diffondersi dell’impoverimento e l’acuirsi delle disuguaglianze, e, dall’altra, il sorgere di nuove tensioni sociali. Per evitarli è necessario agire con rapidità e decisione. Questa responsabilità è di tutti e coinvolge sia le scelte personali, sia le decisioni delle pubbliche Istituzioni.
Nei prossimi giorni il Governo annuncerà le nuove misure di protezione dei redditi colpiti dalla crisi. Dopo gli interventi iniziali contenuti nel Decreto Cura Italia di marzo e quelli successivi, siamo ora ad un passaggio rilevante per il Paese. Solo mettendo in sicurezza il presente, infatti, sarà possibile costruire la fiducia necessaria ad affrontare il futuro.
Caritas Italiana sostiene tutte le proposte operative per fronteggiare immediatamente la caduta di reddito delle famiglie – a partire da quelle più povere - dovuta alla crisi innescata dalla diffusione della pandemia Covid-19. Tra queste in modo particolare quella di un piano per una protezione sociale universale contro la crisi, elaborata dal Forum Disuguaglianze Diversità – di cui Caritas Italiana è parte - e dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, insieme al prof. Cristiano Gori.
Tre, in particolare, sono gli obiettivi da segnalare, che vanno nella direzione auspicata di uno sviluppo integrale in vista della costruzione del bene comune.
Primo, mettere in campo un intervento straordinario per i poveri. Bisogna costruire subito una diga contro l’impoverimento e raggiungere rapidamente la popolazione colpita.
Secondo, fornire una risposta all’intera società italiana, sostenendo ognuno in base alle sue differenti esigenze e valorizzando le sue risorse. La questione povertà va infatti affrontata considerando la nostra società nel suo insieme, attraverso interventi equi e sostenibili di promozione umana.
Terzo, guardare al futuro. Una volta predisposto l’auspicato piano per questi primi mesi bisognerà subito cominciare a preparare gli interventi necessari alla fase successiva, anch’essa impegnativa, senza omettere la partecipazione e il coinvolgimento sussidiario di tutte le realtà del nostro Paese impegnate nella lotta alla povertà, incluso il Terzo Settore.
Sarà questo un modo per dare ascolto al recente messaggio di Papa Francesco “mentre pensiamo alla lenta e faticosa ripresa dalla pandemia, s’insinua un pericolo: dimenticare chi è rimasto indietro”. Per questo è necessaria unità tra noi, persone, comunità e stati. In particolare, alla vigilia di un importante vertice europeo, è fondamentale che – come auspicato oggi dal Papa – “l’Europa riesca ad avere questa unità fraterna che hanno sognato i padri fondatori dell’Unione Europea”.
Nei prossimi giorni il Governo annuncerà le nuove misure di protezione dei redditi colpiti dalla crisi. Dopo gli interventi iniziali contenuti nel Decreto Cura Italia di marzo e quelli successivi, siamo ora ad un passaggio rilevante per il Paese. Solo mettendo in sicurezza il presente, infatti, sarà possibile costruire la fiducia necessaria ad affrontare il futuro.
Caritas Italiana sostiene tutte le proposte operative per fronteggiare immediatamente la caduta di reddito delle famiglie – a partire da quelle più povere - dovuta alla crisi innescata dalla diffusione della pandemia Covid-19. Tra queste in modo particolare quella di un piano per una protezione sociale universale contro la crisi, elaborata dal Forum Disuguaglianze Diversità – di cui Caritas Italiana è parte - e dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, insieme al prof. Cristiano Gori.
Tre, in particolare, sono gli obiettivi da segnalare, che vanno nella direzione auspicata di uno sviluppo integrale in vista della costruzione del bene comune.
Primo, mettere in campo un intervento straordinario per i poveri. Bisogna costruire subito una diga contro l’impoverimento e raggiungere rapidamente la popolazione colpita.
Secondo, fornire una risposta all’intera società italiana, sostenendo ognuno in base alle sue differenti esigenze e valorizzando le sue risorse. La questione povertà va infatti affrontata considerando la nostra società nel suo insieme, attraverso interventi equi e sostenibili di promozione umana.
Terzo, guardare al futuro. Una volta predisposto l’auspicato piano per questi primi mesi bisognerà subito cominciare a preparare gli interventi necessari alla fase successiva, anch’essa impegnativa, senza omettere la partecipazione e il coinvolgimento sussidiario di tutte le realtà del nostro Paese impegnate nella lotta alla povertà, incluso il Terzo Settore.
Sarà questo un modo per dare ascolto al recente messaggio di Papa Francesco “mentre pensiamo alla lenta e faticosa ripresa dalla pandemia, s’insinua un pericolo: dimenticare chi è rimasto indietro”. Per questo è necessaria unità tra noi, persone, comunità e stati. In particolare, alla vigilia di un importante vertice europeo, è fondamentale che – come auspicato oggi dal Papa – “l’Europa riesca ad avere questa unità fraterna che hanno sognato i padri fondatori dell’Unione Europea”.
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