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Senigallia, l’ascolto si fa snodo del sistema locale   versione testuale
30 marzo 2020

L’impegno per gli ultimi, per i più fragili, per le persone più bisognose non si ferma. La Caritas di Senigallia, come tutte le Caritas italiane, nella stagione di una drammatica emergenza sanitaria non ha interrotto il proprio intervento e la rete di sostegno verso i più deboli. Un contributo e un aiuto, quello dell’organismo diocesano, prezioso per tutta la comunità, anche per gli enti locali del territorio.
Don Giancarlo Giuliani, direttore di Caritas Senigallia, assieme ai volontari ha cercato di andare oltre la garanzia dei servizi ordinari. «Abbiamo attivato Ridiamo vicinanza – racconta –, un numero verde specifico (cui successivamente hanno aderito Croce Rossa, Protezione Civile e comune di Senigallia) per dare una risposta concreta, in questo difficile momento, ai bisogni e alle richieste di aiuto di tanti  cittadini».
Le numerose telefonate ricevute quotidianamente vengono smistate ai diversi enti di competenza, secondo le necessità delle richieste e dei bisogni. Gli addetti preposti a rispondere al numero verde sono principalmente i volontari Caritas, circa un’ottantina: per la loro lunga esperienza sono le persone più adatte a dare le giuste risposte e a orientare le persone verso i servizi. Le richieste che si sentono rivolgere, oltre a quelle di carattere pratico, quali la consegna della spesa o dei farmaci (anche i negozi di generi alimentari si sono attivati e hanno dato la loro disponibilità), riguardano anche una sfera che potremmo definire più di carattere psicologico e relazionale. Molti sono infatti coloro che telefonano anche solo per parlare, per avere un po’ di conforto, per alleviare la solitudine, per condividere un momento. Non abituati all’isolamento, soprattutto nei piccoli centri di provincia, e costretti ad affrontare un evento insolito e sconosciuto, avvertono la necessità di parlare e comunicare le proprie paure e i propri timori, in cerca di conforto e di un po’ di rassicurazione. Beni che i volontari in qualche modo sanno dispensare, essendo abituati all’ascolto dell’altro e dei suoi bisogni.
 
Una struttura per i quarantenati
Quanto alle misure precauzionali per tutelare operatori, volontari e ospiti dei servizi assistenziali e residenziali, don Giancarlo spiega che, «in sintonia con le altre Caritas marchigiane, si è deciso, per motivi sanitari e per tutelare le persone delle quali si occupano, di non consentire l’accesso ai servizi a nuovi ospiti, e di continuare fornire i servizi abituali alle persone che si hanno in carico, senza chiudere nessuna struttura».
Sono circa una novantina le persone che Caritas Sanigallia segue all’interno delle proprie strutture, tanti appartenenti a nuclei familiari. Oltre a loro, ci sono gli ospiti degli Sprar. Un dato certamente positivo è che in questo momento a Senigallia, città di circa 40 mila abitanti, non ci sono persone che vivono per la strada. «A oggi – conclude don Giancarlo – nel territorio non si sono ancora verificate carenze nelle strutture sanitaria, ma con il comune e con la Caritas di Jesi stiamo comunque pensando di avviare un progetto per preparare una struttura idonea (qualora si presentasse la necessità) ad accogliere e a dare assistenza alle persone che necessitano di stare in quarantena, ci stiamo attivando per trovare luoghi che siano adatti alla realizzazione del progetto».
 
Maria Assunta Casati