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Lotta alla povertà educativa, Avezzano rilancia   versione testuale
20 aprile 2020

«Eccomi, ho finito il giro di consegna dei pacchi e ora mi dedico alla scuola. Nelle Caritas piccole come la nostra, chi c’è fa tutto»: Lidia Di Pietro, vicedirettrice della Caritas diocesana di Avezzano, risponde al telefono un po’ concitata. D’altronde deve occuparsi di un territorio non particolarmente popoloso, ma vasto: una diocesi che va dal confine con il Lazio fino al cuore del Parco nazionale d’Abruzzo, e che comprende una trentina di comuni, «di cui la metà sotto i tremila abitanti. E, secondo gli ultimi rapporti del Gruppo Crc per i diritti del bambino, si sa che nei piccoli centri è più facile che si verifichino situazioni di povertà educativa».
Lidia va subito al cuore delle scelte della sua Caritas. Nello specifico, la scelta di un’attenzione particolare agli studenti, in questo periodo di chiusura prolungata delle scuole a causa dell’emergenza sanitaria.
Il progetto della Caritas diocesana abruzzese, in realtà, risale alla scorsa estate, quando era stato attivato un osservatorio dedicato alla povertà educativa nel territorio: «I dati ci dicono che la maggior parte dei fruitori dei nostri servizi sono italiani con un titolo di studio medio-basso e con figli. È con loro che dobbiamo lavorare, per evitare che la povertà materiale in cui vivono oggi generi anche una deprivazione culturale».
E così, al fondo per l’acquisto di libri scolastici e al sostegno allo studio dei bambini immigrati, da qualche mese la Caritas diocesana aveva aggiunto anche aiuti per l’acquisto di computer per le famiglie in difficoltà e organizzato attività di doposcuola nei quartieri periferici di Avezzano. 
«Sono circa 25 le famiglie che seguivamo per vari bisogni e che sostenevamo anche sul versante educativo. Ora però abbiamo dovuto interrompere i progetti a causa della chiusura delle scuole e ripensare gli aiuti – spiega Lidia –. Anche se il bisogno informatico e tecnologico resta; anzi, è forse più forte, ora che la scuola si è convertita alla didattica a distanza».
 
Le stampe, poi il doposcuola
La rete di conoscenza delle famiglie “difficili” maturata dalla Caritas è stata utile anche alle scuole, nel periodo dell’emergenza: è capitato che qualche preside o insegnante abbia chiesto aiuto, per rintracciare qualche alunno disperso che non rispondeva alla didattica a distanza.
Intanto, in attesa di sapere quale sarà la modalità di svolgimento degli esami e il destino dei maturandi, Caritas sta attrezzando un’aula del seminario vescovile con postazioni informatiche distanziate e una connessione internet adeguata, che possa permettere fino a 8 ragazzi di sostenere gli esami on line.
Inoltre ha anche pubblicizzato in tutto il territorio diocesano la disponibilità a stampare schede e materiale necessario allo studio e alle lezioni per chi non ha un pc o una stampante in casa. «Sembra una cosa piccola, ma proprio perché abbiamo già da tempo relazioni costanti con le scuole e alcuni insegnanti, e stavamo già approfondendo il tema della mancanza di dotazione informatica, ci siamo resi conto subito che per molte famiglie, che non hanno dimestichezza con l’uso di internet e non hanno nemmeno un pc in casa, continuare a fare scuola a casa sarebbe stato un problema».
A chiedere l’aiuto informatico finora sono state una quarantina di famiglie, tutte del territorio di Avezzano e dei paesi del circondario, «ma saremmo stati pronti a supportare anche quelli più lontani, con la disponibilità dei sacerdoti locali a mettere a disposizione gli strumenti delle parrocchie». E se a chiedere di stampare le schede per i bambini delle elementari sono soprattutto famiglie straniere, «ci sono anche studenti universitari, ragazzi di famiglie italiane che conosciamo già per altri bisogni, o di altre che non conoscevamo, che hanno bisogno di stampare per studiare».
Finora il supporto alle famiglie con fragilità educative è stato prettamente materiale, ma entro un paio di settimane Caritas Avezzano dovrebbe riuscire a proporre anche un aiuto a distanza per i compiti: «Abbiamo la disponibilità di qualche insegnante per organizzare ripetizioni personalizzate, una sorta di doposcuola virtuale uno a uno». La lotta alla povertà, ai tempi del Coronavirus, richiede almeno energie e sforzi anche sul versante educativo, almeno tanti quanti se ne dedicano alla povertà materiale ed economica.
 
Marta Zanella