Lunedì 30 Marzo 2020
Rapporto "Pandemia e povertà"
Sono 1.222 le persone seguite dai servizi della Caritas diocesana di Pisa nelle due settimane comprese fra il 10 e il 26 marzo, il periodo successivo al decreto “Resto a Casa”, e l’11,1% di esse, pari a 136 persone, sono cosiddetti “nuovi poveri”, ossia uomini e donne totalmente sconosciute alla rete dei servizi Caritas che pure accoglie e accompagna circa 1.600 persone all’anno. «In pratica una persona su dieci fra quelle che seguiamo in questi giorni non la conoscevamo – sintetizza il direttore don Emanuele Morelli –: è il primo impatto sui più poveri dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo».
Guardando a questi primi giorni paiono essere tre i nuovi profili che emergono fra i più poveri del territorio.
- I “senza dimora” e coloro che vivono in abitazioni precarie: non gli “storici” della città, abituali frequentatori delle strutture della Caritas. «Alle nostre mense – dice il sacerdote – riconvertitesi da due settimane a questa parte in centri di distribuzione, abbiamo ospitato 174 persone assicurando 452 buoni pasto, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2019, e circa un sesto di essi (17,8%) è una persona che non era conosciuta dai nostri servizi».
- I cosiddetti giostrai, gestori di giochi e attrazioni per bambini: «Ci hanno già contattato sei nuclei per un totale di circa 60 persone, anch’esse tutte sconosciute al nostro sistema».
- Il mondo del lavoro ambulante: «Al momento – prosegue don Emanuele Morelli – seguiamo 18 nuclei per un totale di 81 persone: oltre la metà di questi non ci avevano mai cercato».
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