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Giovedì 14 Novembre 2019
Firmato accordo tra Ministero della Giustizia e Caritas: promuovere i lavori di pubblica utilità per favorire l'accettazione della funzione riparativa
Promuovere la stipula con i tribunali di convenzioni per svolgere lavori di pubblica utilità da parte di imputati maggiorenni, ai fini della concessione della messa alla prova: questo l’obiettivo del protocollo d’intesa firmato oggi in via Arenula dal Capo di Gabinetto Fulvio Baldi, in rappresentanza del Ministero della Giustizia, e dal Presidente della Caritas Italiana S.E. mons. Carlo Roberto Maria Redaelli.
Durante la sottoscrizione dell’accordo monsignor Redaelli ha sottolineato “l’attenzione della Caritas nei confronti della realtà carceraria che deve sempre mantenere un rapporto con il mondo esterno, con la società”. Il Presidente della Caritas Italiana ha anche ringraziato il ministro Bonafede per la “positiva esperienza e per il sostegno assicurato al protocollo”. Per il Guardasigilli i progetti come quello sottoscritto oggi “favoriscono negli autori di reato una reale consapevolezza rispetto agli errori commessi e al danno causato alla collettività con i proprio comportamenti. Il lavoro, e a maggior ragione il lavoro al servizio della collettività e del bene comune, resta lo strumento più efficace per il pieno reinserimento sociale”.
Per don Francesco Soddu, Direttore di Caritas Italiana, "un obiettivo rilevante dell’accordo è creare luoghi in cui tutti prendano parte attiva alla costruzione del bene comune, accompagnando e facilitando le realtà locali.
L’opportunità di mettersi al servizio di chi soffre, prendere coscienza dei propri bisogni attraverso il contatto con le marginalità sociali incontrate nei luoghi in cui si svolgono i lavori di pubblica utilità, offre infatti la possibilità di recuperare i valori fondanti della società civile".
Secondo quanto previsto dall’accordo, le attività in favore della collettività potranno svolgersi sia nelle sedi della Caritas sia in enti, come parrocchie, oratori, onlus, organizzazioni di volontariato, associazioni sportive, comitati e associazioni di solidarietà familiare, convenzionati con la Caritas locale. I progetti di lavoro di pubblica utilità terranno conto delle specifiche professionalità e delle attitudini personali degli imputati ammessi alla prova.
Gli Uffici di esecuzione penale esterna si occuperanno di chiarire ai responsabili delle sedi locali della Caritas il significato della messa alla prova per gli adulti e, in particolare, delle regole per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità. Grazie a questo protocollo si rafforza, nel settore dell’esecuzione penale esterna per adulti, un modello di giustizia di comunità di stampo europeo.
Durante la sottoscrizione dell’accordo monsignor Redaelli ha sottolineato “l’attenzione della Caritas nei confronti della realtà carceraria che deve sempre mantenere un rapporto con il mondo esterno, con la società”. Il Presidente della Caritas Italiana ha anche ringraziato il ministro Bonafede per la “positiva esperienza e per il sostegno assicurato al protocollo”. Per il Guardasigilli i progetti come quello sottoscritto oggi “favoriscono negli autori di reato una reale consapevolezza rispetto agli errori commessi e al danno causato alla collettività con i proprio comportamenti. Il lavoro, e a maggior ragione il lavoro al servizio della collettività e del bene comune, resta lo strumento più efficace per il pieno reinserimento sociale”.
Per don Francesco Soddu, Direttore di Caritas Italiana, "un obiettivo rilevante dell’accordo è creare luoghi in cui tutti prendano parte attiva alla costruzione del bene comune, accompagnando e facilitando le realtà locali.
L’opportunità di mettersi al servizio di chi soffre, prendere coscienza dei propri bisogni attraverso il contatto con le marginalità sociali incontrate nei luoghi in cui si svolgono i lavori di pubblica utilità, offre infatti la possibilità di recuperare i valori fondanti della società civile".
Secondo quanto previsto dall’accordo, le attività in favore della collettività potranno svolgersi sia nelle sedi della Caritas sia in enti, come parrocchie, oratori, onlus, organizzazioni di volontariato, associazioni sportive, comitati e associazioni di solidarietà familiare, convenzionati con la Caritas locale. I progetti di lavoro di pubblica utilità terranno conto delle specifiche professionalità e delle attitudini personali degli imputati ammessi alla prova.
Gli Uffici di esecuzione penale esterna si occuperanno di chiarire ai responsabili delle sedi locali della Caritas il significato della messa alla prova per gli adulti e, in particolare, delle regole per lo svolgimento del lavoro di pubblica utilità. Grazie a questo protocollo si rafforza, nel settore dell’esecuzione penale esterna per adulti, un modello di giustizia di comunità di stampo europeo.
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