Mercoledì 14 Marzo 2018
In Siria oggi a causa del conflitto in corso circa 13 milioni di persone vivono in condizioni di estrema necessità, mentre 3 milioni di bambini non possono frequentare la scuola. Solo nel 2017 il numero dei civili morti a causa dei bombardamenti è quadruplicato rispetto all’anno precedente, portando il totale a più di mezzo milione e circa il doppio di feriti e mutilati.
Nel settimo anniversario dell'avvio di questo tragica guerra, Caritas Italiana pubblica il Dossier con Dati e Testimonianze "Sulla loro pelle. Costretti a tutto per sopravvivere" (.pdf), con l'obiettivo di approfondire la cause dietro i conflitti odierni e fare da cassa di risonanza del messaggio di papa Francesco dello scorso 25 dicembre: «Possa l’amata Siria ritrovare finalmente il rispetto della dignità di ogni persona, attraverso un comune impegno a ricostruire il tessuto sociale indipendentemente dall’appartenenza etnica e religiosa».
La guerra in Siria viene fatta iniziare il 15 marzo 2011, quando nella capitale Damasco e in un’altra città del Sud, Daraa, scoppiò un’ondata di proteste, la cosiddetta "primavera siriana", a causa dell’arresto di alcuni giovani colti dalla polizia mentre dipingevano graffiti contro il presidente al-Assad. Eppure il suo inizio dovrebbe essere spostato indietro nel tempo, a partire dai primi anni 2000, quando al-Assad avviò quella liberalizzazione dell’economia che ebbe catastrofiche conseguenze sulla popolazione: una fra tutte la sostituzione delle colture tradizionali con grano e cotone.
«La guerra continua a uccidere - si legge in questo 34° DDT -. E che ci si trovi nella propria terra o in altre nazioni, uomini, donne e bambini sono costretti a pagare un prezzo altissimo per sopravvivere, spesso attraverso le negative coping strategies, strategie negative di risposta, quei comportamenti dannosi - per loro stessi o per le proprie famiglie - che le vittime dei conflitti mettono in atto per superare le vulnerabilità indotte dalla guerra. Lavoro minorile, matrimoni precoci, prostituzione, minori venduti dalle loro stesse famiglie, indebitamento, svendita dei beni, ingresso in circuiti illegali… Sono tutte risposte estreme di chi è costretto a sopravvivere alle conseguenze di una guerra, come quella in Siria, combattuta sulla propria pelle direttamente o per procura dalle potenze di tutto il mondo».
Dall’inizio della crisi siriana Caritas Italiana è attiva − in coordinamento con la rete internazionale − per il supporto a Caritas Siria nella pianificazione e l’implementazione degli interventi a sostegno della popolazione locale e dei profughi siriani nei Paesi limitrofi. Un impegno complessivo di oltre 60 progetti in 8 Paesi - Siria, Libano, Giordania, Turchia, Grecia, Cipro, Macedonia, Serbia- per un totale di 4.872.000 euro investiti. I progetti riguardano i seguenti ambiti: emergenza, sociale-educazione, pace-riconciliazione, accompagnamento-formazione dei partner locali. Infine si sta avviando un progetto nazionale che vede coinvolti i giovani siriani con l’obiettivo di offrire loro opportunità di riconciliazione attraverso corsi di formazione professionale nel settore artistico. In questo report (.pdf) un aggiornamento a marzo 2018 degli interventi specifici di Caritas Italiana.
Questo nuovo DDT si aggiunge ai 33 già pubblicati da Caritas Italiana a partire dal 2015, tutti disponibili on-line, ed in particolare agli altri 3 già dedicati negli anni scorsi al conflitto siriano:
- Come fiori tra le macerie. Giovani e ragazzi che restano (2017)
- Cacciati e rifiutati. Un popolo in esodo senza terra promessa tra Medio Oriente ed Europa (2016)
- Strage di innocenti. Stop alle violenze della guerra più letale (2015)
Nel settimo anniversario dell'avvio di questo tragica guerra, Caritas Italiana pubblica il Dossier con Dati e Testimonianze "Sulla loro pelle. Costretti a tutto per sopravvivere" (.pdf), con l'obiettivo di approfondire la cause dietro i conflitti odierni e fare da cassa di risonanza del messaggio di papa Francesco dello scorso 25 dicembre: «Possa l’amata Siria ritrovare finalmente il rispetto della dignità di ogni persona, attraverso un comune impegno a ricostruire il tessuto sociale indipendentemente dall’appartenenza etnica e religiosa».
La guerra in Siria viene fatta iniziare il 15 marzo 2011, quando nella capitale Damasco e in un’altra città del Sud, Daraa, scoppiò un’ondata di proteste, la cosiddetta "primavera siriana", a causa dell’arresto di alcuni giovani colti dalla polizia mentre dipingevano graffiti contro il presidente al-Assad. Eppure il suo inizio dovrebbe essere spostato indietro nel tempo, a partire dai primi anni 2000, quando al-Assad avviò quella liberalizzazione dell’economia che ebbe catastrofiche conseguenze sulla popolazione: una fra tutte la sostituzione delle colture tradizionali con grano e cotone.
«La guerra continua a uccidere - si legge in questo 34° DDT -. E che ci si trovi nella propria terra o in altre nazioni, uomini, donne e bambini sono costretti a pagare un prezzo altissimo per sopravvivere, spesso attraverso le negative coping strategies, strategie negative di risposta, quei comportamenti dannosi - per loro stessi o per le proprie famiglie - che le vittime dei conflitti mettono in atto per superare le vulnerabilità indotte dalla guerra. Lavoro minorile, matrimoni precoci, prostituzione, minori venduti dalle loro stesse famiglie, indebitamento, svendita dei beni, ingresso in circuiti illegali… Sono tutte risposte estreme di chi è costretto a sopravvivere alle conseguenze di una guerra, come quella in Siria, combattuta sulla propria pelle direttamente o per procura dalle potenze di tutto il mondo».
Dall’inizio della crisi siriana Caritas Italiana è attiva − in coordinamento con la rete internazionale − per il supporto a Caritas Siria nella pianificazione e l’implementazione degli interventi a sostegno della popolazione locale e dei profughi siriani nei Paesi limitrofi. Un impegno complessivo di oltre 60 progetti in 8 Paesi - Siria, Libano, Giordania, Turchia, Grecia, Cipro, Macedonia, Serbia- per un totale di 4.872.000 euro investiti. I progetti riguardano i seguenti ambiti: emergenza, sociale-educazione, pace-riconciliazione, accompagnamento-formazione dei partner locali. Infine si sta avviando un progetto nazionale che vede coinvolti i giovani siriani con l’obiettivo di offrire loro opportunità di riconciliazione attraverso corsi di formazione professionale nel settore artistico. In questo report (.pdf) un aggiornamento a marzo 2018 degli interventi specifici di Caritas Italiana.
Questo nuovo DDT si aggiunge ai 33 già pubblicati da Caritas Italiana a partire dal 2015, tutti disponibili on-line, ed in particolare agli altri 3 già dedicati negli anni scorsi al conflitto siriano:
- Come fiori tra le macerie. Giovani e ragazzi che restano (2017)
- Cacciati e rifiutati. Un popolo in esodo senza terra promessa tra Medio Oriente ed Europa (2016)
- Strage di innocenti. Stop alle violenze della guerra più letale (2015)
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