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Venerdì 27 Ottobre 2017
I flussi migratori nel mondo sono in costante aumento: oltre 250 milioni di persone ogni anno si mettono “in cammino”, spesso a rischio della propria vita. Il dato più preoccupante riguarda la continua e rapida crescita del numero di rifugiati, sfollati e richiedenti asilo: oltre 65 milioni nel 2016; la maggior parte resta all’interno dei propri paesi (la situazione più rilevante riguarda la Siria) o nelle nazioni confinanti (soprattutto in Medio Oriente, Africa e Asia).
Come accompagnare questa umanità “in cammino”? Come tutelare la libertà, comune a tutti gli uomini, di scegliere se partire o restare? Ci prova la Chiesa con due iniziative già entrate nel vivo (vedi articolo IC ottobre 2017) , dopo il lancio a fine settembre, e destinate a protrarsi per l’intero anno pastorale 2017-2018. E anche ben oltre.
Come accompagnare questa umanità “in cammino”? Come tutelare la libertà, comune a tutti gli uomini, di scegliere se partire o restare? Ci prova la Chiesa con due iniziative già entrate nel vivo (vedi articolo IC ottobre 2017) , dopo il lancio a fine settembre, e destinate a protrarsi per l’intero anno pastorale 2017-2018. E anche ben oltre.
Anzitutto, l’iniziativa Liberi di partire, liberi di restare (vai al sito), promossa dalla Conferenza episcopale italiana. Essa testimonia l’impegno della Chiesa italiana perché cresca la consapevolezza delle storie di chi fugge, si sperimenti un percorso di accoglienza, tutela, promozione e integrazione dei migranti che arrivano tra noi, e non si dimentichi il diritto di ogni persona a vivere nella propria terra. Finanziata con 30 milioni di euro di fondi otto per mille Cei (in tre anni) si svilupperà sia su un piano pastorale, sia attraverso progettazioni mirate e concrete. In particolare, verranno sostenuti interventi negli ambiti dell’educazione, della sanità, della promozione di opportunità lavorative, dell’accompagnamento di rientri volontari. I destinatari privilegiati saranno i migranti minorenni e le loro famiglie, nei dieci paesi di maggiore provenienza dei minori stessi, con un’attenzione prioritaria rivolta all’Africa: un impegno fattivo, per dimostrare che politiche di cooperazione volte a uno sviluppo integrale di persone, comunità e territori sono realmente possibili.
Nella stessa prospettiva va la campagna promossa da Caritas Internationalis, Share the journey (Condividiamo il viaggio), lanciata il 27 settembre da papa Francesco in piazza San Pietro. L’obiettivo è promuovere la cultura dell’incontro, sia nelle comunità di origine dei migranti, sia in quelle in cui transitano o in cui scelgono di restare. In una lettera il cardinale Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila (Filippine) e presidente di Caritas internationalis, invita «parrocchie, organizzazioni diocesane e nazionali a unirsi a papa Francesco», con l’obiettivo di «dissipare la paura e di capire perché così tante persone stanno lasciando le loro case in questo momento storico. Vogliamo anche stimolare le comunità a costruire relazioni con rifugiati e migranti. […] La migrazione è una storia molto antica, ma la nostra campagna mira ad aiutare le comunità a vederla con occhi nuovi e un cuore aperto».
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