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Mercoledì 4 Ottobre 2017
Acli, Azione Cattolica Italiana, Caritas italiana, Comunità di Sant’Egidio e Federazione Nazionale Società di San Vincenzo De Paoli, con un appello diffuso oggi 4 ottobre, festività liturgica di san Francesco, chiedono al Governo e al Parlamento, a nome di quanti vivono condizioni di vulnerabilità e di coloro che sperimentano sul piano personale e comunitario forme di solidarietà e di impegno sociale, un impegno a incrementare, nel modo più ampio possibile, le risorse per il Fondo per la lotta alla povertà nella prossima Legge di Bilancio.
La povertà è ancora un dramma che sottrae diritti e futuro a una quota rilevante della popolazione nel nostro paese. I segnali di ripresa economica, pure importanti, non devono fare dimenticare che in Italia vivono in povertà assoluta 4,75 milioni di persone, pari al 7,9% della popolazione. L’introduzione – a partire dal prossimo dicembre - del Reddito d’inclusione (Rei) è una straordinaria innovazione strutturale che riprende numerosi aspetti della proposta dell’Alleanza contro la Povertà in Italia, nella lotta alla povertà, vale a dire una misura che dà sostegno economico alle famiglie e contestualmente costruisce percorsi di inclusione sociale.
Va dato atto a Governo e Parlamento di avere conseguito un risultato importante. Ma la prossima Legge di Bilancio può rappresentare un altro passaggio storico della lotta alla povertà nel nostro Paese, in quanto lo stanziamento attuale rende possibile includere solo 1,8 milioni di individui, cioè il 38% del totale della popolazione in povertà assoluta: pertanto, il 62% dei poveri ne rimarrà escluso. In particolare il 41% dei minori in povertà assoluta non sarà raggiunto dalla misura.
Pure consapevoli della necessaria gradualità del completamento di una misura a vocazione universalistica, complessa e innovativa per il nostro paese, le cinque organizzazioni cattoliche chiedono in particolare di:
• includere una quota più rilevante di famiglie, rispetto all’attuale previsione;
• avviare una politica per la famiglia nel nostro paese, a partire da chi sta peggio;
• sostenere la crescita, anche nei contesti territoriali ove la ripresa è meno incisiva.
La lotta alla povertà deve essere riconosciuta come una priorità ineludibile per il nostro paese, per poter uscire davvero e tutti dagli effetti della crisi economica. Questo obiettivo chiede un impegno condiviso dalle forze politiche e sociali per i prossimi anni, tale da riconoscere piena ed effettiva cittadinanza sociale ed economica a tutti, contribuendo ad una crescita inclusiva dei nostri territori.
Non perdiamo un’occasione per rendere più giusto, più solidale e meno diseguale il nostro paese.
La povertà è ancora un dramma che sottrae diritti e futuro a una quota rilevante della popolazione nel nostro paese. I segnali di ripresa economica, pure importanti, non devono fare dimenticare che in Italia vivono in povertà assoluta 4,75 milioni di persone, pari al 7,9% della popolazione. L’introduzione – a partire dal prossimo dicembre - del Reddito d’inclusione (Rei) è una straordinaria innovazione strutturale che riprende numerosi aspetti della proposta dell’Alleanza contro la Povertà in Italia, nella lotta alla povertà, vale a dire una misura che dà sostegno economico alle famiglie e contestualmente costruisce percorsi di inclusione sociale.
Va dato atto a Governo e Parlamento di avere conseguito un risultato importante. Ma la prossima Legge di Bilancio può rappresentare un altro passaggio storico della lotta alla povertà nel nostro Paese, in quanto lo stanziamento attuale rende possibile includere solo 1,8 milioni di individui, cioè il 38% del totale della popolazione in povertà assoluta: pertanto, il 62% dei poveri ne rimarrà escluso. In particolare il 41% dei minori in povertà assoluta non sarà raggiunto dalla misura.
Pure consapevoli della necessaria gradualità del completamento di una misura a vocazione universalistica, complessa e innovativa per il nostro paese, le cinque organizzazioni cattoliche chiedono in particolare di:
• includere una quota più rilevante di famiglie, rispetto all’attuale previsione;
• avviare una politica per la famiglia nel nostro paese, a partire da chi sta peggio;
• sostenere la crescita, anche nei contesti territoriali ove la ripresa è meno incisiva.
La lotta alla povertà deve essere riconosciuta come una priorità ineludibile per il nostro paese, per poter uscire davvero e tutti dagli effetti della crisi economica. Questo obiettivo chiede un impegno condiviso dalle forze politiche e sociali per i prossimi anni, tale da riconoscere piena ed effettiva cittadinanza sociale ed economica a tutti, contribuendo ad una crescita inclusiva dei nostri territori.
Non perdiamo un’occasione per rendere più giusto, più solidale e meno diseguale il nostro paese.
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