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Martedì 12 Settembre 2017
Continua a salire il numero delle vittime delle alluvioni e della valanga che ha colpito alcuni sobborghi di Freetown in Sierra Leone il 14 agosto 2017 via via che il mare restituisce i corpi degli oltre 600 dispersi che ancora mancano all’appello in aggiunta ai 500 morti già accertati di cui 109 bambini. Persone e cose sono stati trascinati dal fiume di fango sino al mare da cui lentamente ora riemergono corpi inanimati e detriti. Sono 1.800 i nuclei familiari che hanno perso la casa per un totale di circa 8.600 persone colpite. Un disastro atteso, conseguenza del feroce disboscamento e degrado ambientale di cui le colline di Freetown sono oggetto da anni e della estrema esposizione e vulnerabilità della popolazione che vive in aree ad alto rischio idrogeologico in baracche o abitazioni poco resistenti. Famiglie che negli anni hanno popolato la capitale dando vita ad insediamenti informali dove degrado ambientale e umano hanno lo stesso volto di vittime innocenti colpevoli solo di esser nate in uno dei paesi più poveri, sfruttati e dimenticati al mondo.
La rete Caritas presente nel paese si è prontamente attivata nell’assistenza alle famiglie colpite. Nelle prime tre settimane dopo il disastro sono stati distribuiti 3.000 pasti caldi, nelle comunità di Regent e Culvert-Bomeh ed è stata fornita assistenza sanitaria a circa 1.400 persone attraverso cliniche mobili. Allo stesso tempo si è avviato un programma di interventi di due mesi e mezzo (.pdf) realizzato in coordinamento con le autorità locali che coordinano i soccorsi e le altre agenzia umanitarie presenti. Il programma prevede aiuti sino a fine ottobre a 1.200 persone circa (200 nuclei familiari) nei cinque sobborghi più colpiti di: Regent, Kamayama, Kaningo, Dwarzak and Culvert.
Dalla valutazione dei bisogni condotta dalla Caritas Sierra Leone emergono come prioritari oltre ai bisogni materiali delle categorie più vulnerabili, quali neonati, donne incinte e allattanti, minori in età scolare, anche la necessità di supporto psicologico, la protezione delle categorie vulnerabili e l’assistenza al ricongiungimento con i propri cari degli sfollati. Di conseguenza gli interventi si concentrano principalmente nella fornitura di beni prima necessità e interventi di sensibilizzazione e formazione, in particolare:
- Fornitura di cibo per 240 neonati
- materiale scolastico per 360 bambini
- kit igienico-sanitari e set di utensili da cucina ed altri beni per la casa (lenzuola, tappeti, materassi, etc ) a 200 nuclei familiari
- formazioni e sensibilizzazioni alle popolazioni sulla prevenzione e controllo delle malattie
- formazioni ai leader religiosi e di comunità su come fornire supporto psicologico alle persone colpite
- formazioni, sensibilizzazioni e messa in atto di meccanismi per proteggere le categorie vulnerabili da violenze e abusi
Il costo complessivo del programma è di oltre 243.000 euro, Caritas Italiana partecipa al suo finanziamento con un contributo di 20.000 euro (.pdf) possibile grazie alle offerte di singoli, gruppi, comunità parrocchiali e diocesane che desiderano esprimere solidarietà alla popolazione colpita dalla catastrofe.
Caritas Italiana è da anni impegnata nel paese in collaborazione con Caritas Sierra Leone e la Diocesi di Makeni per il sostegno a programmi di promozione e tutela dei diritti umani e di risposta ad emergenze e riabilitazione post-emergenza.
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