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Comunicato della CEI (17/03/2017)
Messaggio/appello dei Vescovi cattolici (23/02/2017)
Dossier "2016: un nuovo inizio?" (pdf - luglio 2016)
"Popoli alla fame in ginocchio per El Niño" - da "Italia Caritas" gennaio 2017 (pdf)
Martedì 30 Maggio 2017
Continua a mietere vittime la gravissime crisi alimentare dovuta al terribile connubio tra guerra, siccità, aumento ei prezzi del cibo ed estrema vulnerabilità delle popolazioni rurali, che sta colpendo vaste aree del continente africano. Nonostante gli appelli delle agenzie delle Nazioni Uniti, del Santo Padre, delle Chiese africane e delle organizzazioni non governative, persiste l’indifferenza del mondo dinnanzi a quella che è stata definita da alti ufficiali delle Nazioni Uniti la più grave crisi dal 1945 ad oggi.
Le situazioni più gravi sono in Sud Sudan, Somalia e nella regione del Lago Chad (Nigeria, Niger, Cameroun), ma le condizioni si sono aggravate molto anche in Ethiopia e Kenya dove oltre 8,3 milioni di persone sono in stato di grave insicurezza alimentare. La situazione permane critica anche in altri paesi come il Burundi, lo Zimbabwe, il Malawi, il Madagascar colpiti da siccità e instabilità politica e finanziaria nonché in quelli che accolgono profughi burundesi e sud sudanesi come, l’Uganda, la Repubblica Democratica del Congo, il Rwanda, la Tanzania. Complessivamente sono decine di milioni le persone colpite dalla crisi. La scarsità d’acqua è motivo anche di epidemie letali , secondo l’OMS in Somalia nell’area di Bay da gennaio ad aprile 2017 si sono verificati oltre 10,000 casi di colera e 269 morti.
Come sempre accade nelle situazioni di maggiore crisi, sono le fasce più deboli a pagare il prezzo più alto. In Somalia l’indice di malnutrizione acuta è in continua crescita soprattutto tra i bambini e in un recente comunicato congiunto dell’Unicef e dell’Unhcr, il numero di bambini fuggiti dal Sud Sudan, dove la guerra sta devastando il paese, ha superato quota 1 milione, più di mille sono stati uccisi o feriti dall’inizio del conflitto nel 2013, quasi tre quarti non frequentano le scuole e continuano a rischiare di essere reclutati da forze e da gruppi armati.
Caritas Italiana, come già lo scorso marzo, rinnova ancora una volta i ripetuti appelli delle Chiese africane e del Santo Padre (vedi l'appello di febbraio 2017) affinché le armi tacciano e vi sia un impegno cospicuo dei governi per fornire aiuto alle popolazioni colpite e avviare subito nuove e più efficaci politiche che agiscano sulle cause della crisi per evitare il ciclico ripetersi di tragedie annunciate come questa. Cause riconducibili all’azione dell’uomo più che alla natura: guerre, erosione dell’ambiente, cambiamento climatico, politiche economiche a vantaggio delle grandi corporazioni e a svantaggio dei piccoli agricoltori e comunità pastorali, debole rappresentanza politica di questi ultimi, speculazione finanziaria, stati fragili o falliti.
Caritas Italiana, impegnata da anni in molti di questi paesi, grazie alla solidarietà di comunità e singoli individui e ai contributi della Conferenza Episcopale Italiana per il Sud Sudan, ha in corso un vasto e articolato piano di interventi in appoggio ai programmi che le Caritas africane hanno avviato sin dall’inizio della crisi: distribuzione di cibo, rifornimento di acqua,assistenza sanitaria e nutrizionale, distribuzione di kit di emergenza, sostegno ad attività produttive, attività di promozione della pace. In Sud Sudan, dove vi è l’impegno maggiore, gli interventi si concentrano nella distribuzione di kit alimentari di emergenza a 3000 famiglie particolarmente vulnerabili nelle aree più colpite dalla carestia, distribuzione di sementi e attrezzi a 2500 piccoli agricoltori, distribuzione di beni non alimentari a 2400 famiglie, riabilitazione di un centro medio sanitario e nutrizionale e interventi con cliniche mobili nelle aree più colpite dalla carestia, appoggio all’Ospedale San Daniel Comboni di Wau, unica struttura sanitaria per centinaiai di migliaia di persone e oltre 20.000 sfollati presenti nella città di Wau a causa della guerra civile.
Dato l’aggravarsi della crisi, sono al via nuovi programmi appoggiati da Caritas Italiana in Somalia, Kenya. In particolare:
Somalia: distribuzione di cibo a circa 60 famiglie con disabili e che hanno perduto gli animali, assistenza sanitaria e nutirizionale a oltre 10.000 bambini malnutriti e madri con neonati da allattare, assistenza per accesso ad acqua e cibo a 9.600 persone vulnerabili per sei mesi. Le aree di intervento sono il Somaliland e il Sud della Somalia presso Afgooye e Gedo.
Kenya: distribuzione di cibo a oltre 5000 famiglie e 481 scuole dell’infanzia in situazione di grave insicurezza alimentare, costruzione e riabilitazione di sistemi di fornitura di acqua per oltre 70.000 persone (pozzi, pompe, cisterne, filtri), distribuzione di sementi per la ripresa di attività agricole, attività di promozione della pace tra le comunità a rischio di conflittualità dovute alla scarsità di risorse.
Caritas Italiana rilancia l’appello alla solidarietà alle comunità cristiane e alle persone di buona volontà per un aiuto concreto a sostegno dei fratelli e le sorelle colpiti da questa tragedia.
Le situazioni più gravi sono in Sud Sudan, Somalia e nella regione del Lago Chad (Nigeria, Niger, Cameroun), ma le condizioni si sono aggravate molto anche in Ethiopia e Kenya dove oltre 8,3 milioni di persone sono in stato di grave insicurezza alimentare. La situazione permane critica anche in altri paesi come il Burundi, lo Zimbabwe, il Malawi, il Madagascar colpiti da siccità e instabilità politica e finanziaria nonché in quelli che accolgono profughi burundesi e sud sudanesi come, l’Uganda, la Repubblica Democratica del Congo, il Rwanda, la Tanzania. Complessivamente sono decine di milioni le persone colpite dalla crisi. La scarsità d’acqua è motivo anche di epidemie letali , secondo l’OMS in Somalia nell’area di Bay da gennaio ad aprile 2017 si sono verificati oltre 10,000 casi di colera e 269 morti.
Come sempre accade nelle situazioni di maggiore crisi, sono le fasce più deboli a pagare il prezzo più alto. In Somalia l’indice di malnutrizione acuta è in continua crescita soprattutto tra i bambini e in un recente comunicato congiunto dell’Unicef e dell’Unhcr, il numero di bambini fuggiti dal Sud Sudan, dove la guerra sta devastando il paese, ha superato quota 1 milione, più di mille sono stati uccisi o feriti dall’inizio del conflitto nel 2013, quasi tre quarti non frequentano le scuole e continuano a rischiare di essere reclutati da forze e da gruppi armati.
Caritas Italiana, come già lo scorso marzo, rinnova ancora una volta i ripetuti appelli delle Chiese africane e del Santo Padre (vedi l'appello di febbraio 2017) affinché le armi tacciano e vi sia un impegno cospicuo dei governi per fornire aiuto alle popolazioni colpite e avviare subito nuove e più efficaci politiche che agiscano sulle cause della crisi per evitare il ciclico ripetersi di tragedie annunciate come questa. Cause riconducibili all’azione dell’uomo più che alla natura: guerre, erosione dell’ambiente, cambiamento climatico, politiche economiche a vantaggio delle grandi corporazioni e a svantaggio dei piccoli agricoltori e comunità pastorali, debole rappresentanza politica di questi ultimi, speculazione finanziaria, stati fragili o falliti.
Caritas Italiana, impegnata da anni in molti di questi paesi, grazie alla solidarietà di comunità e singoli individui e ai contributi della Conferenza Episcopale Italiana per il Sud Sudan, ha in corso un vasto e articolato piano di interventi in appoggio ai programmi che le Caritas africane hanno avviato sin dall’inizio della crisi: distribuzione di cibo, rifornimento di acqua,assistenza sanitaria e nutrizionale, distribuzione di kit di emergenza, sostegno ad attività produttive, attività di promozione della pace. In Sud Sudan, dove vi è l’impegno maggiore, gli interventi si concentrano nella distribuzione di kit alimentari di emergenza a 3000 famiglie particolarmente vulnerabili nelle aree più colpite dalla carestia, distribuzione di sementi e attrezzi a 2500 piccoli agricoltori, distribuzione di beni non alimentari a 2400 famiglie, riabilitazione di un centro medio sanitario e nutrizionale e interventi con cliniche mobili nelle aree più colpite dalla carestia, appoggio all’Ospedale San Daniel Comboni di Wau, unica struttura sanitaria per centinaiai di migliaia di persone e oltre 20.000 sfollati presenti nella città di Wau a causa della guerra civile.
Dato l’aggravarsi della crisi, sono al via nuovi programmi appoggiati da Caritas Italiana in Somalia, Kenya. In particolare:
Somalia: distribuzione di cibo a circa 60 famiglie con disabili e che hanno perduto gli animali, assistenza sanitaria e nutirizionale a oltre 10.000 bambini malnutriti e madri con neonati da allattare, assistenza per accesso ad acqua e cibo a 9.600 persone vulnerabili per sei mesi. Le aree di intervento sono il Somaliland e il Sud della Somalia presso Afgooye e Gedo.
Kenya: distribuzione di cibo a oltre 5000 famiglie e 481 scuole dell’infanzia in situazione di grave insicurezza alimentare, costruzione e riabilitazione di sistemi di fornitura di acqua per oltre 70.000 persone (pozzi, pompe, cisterne, filtri), distribuzione di sementi per la ripresa di attività agricole, attività di promozione della pace tra le comunità a rischio di conflittualità dovute alla scarsità di risorse.
Caritas Italiana rilancia l’appello alla solidarietà alle comunità cristiane e alle persone di buona volontà per un aiuto concreto a sostegno dei fratelli e le sorelle colpiti da questa tragedia.
È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana (Via Aurelia 796 - 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o on line sul sito www.caritas.it, o bonifico bancario (causale “Africa/carestia”) tramite
• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113
• Banca Prossima, piazza della Libertà 13, Roma – Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474
• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
Copyright 2013 Caritas Italiana, Via Aurelia 796 - 00165 Roma
tel. (+39) 06 661771 - fax (+39) 06 66177602 - E-mail: segreteria@caritas.it