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Intervista a S.E. Mons. Giovanni Ricchiuti (Avvenire - 12/04/2017)
Intervista a don Francesco Soddu (Radio Vaticana, 11/04/2017)
Mercoledì 12 Aprile 2017
Oggi 12 aprile la giornata di digiuno e preghiera per la Siria proposta congiuntamente da Pax Christi Italia e Caritas Italiana alla vigilia del Triduo Pasquale.
«Invitiamo alla preghiera per le vittime - si legge nell'appello -, ma anche all’indignazione contro la guerra e le armi, comprese quelle nucleari di cui si parla all’ONU in questi mesi e su cui Pax Christi e Caritas sono già intervenute. Facciamo nostre le parole di papa Francesco a Redipuglia, 13 settembre 2014: “Anche oggi le vittime sono tante… Come è possibile questo? E’ possibile perché anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, c’è l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante! E questi pianificatori del terrore, questi organizzatori dello scontro, come pure gli imprenditori delle armi, hanno scritto nel cuore: “A me che importa?”».
«Per evitare che anche nel nostro cuore ci sia scritto ‘A me che importa? - continua l'appello -, raccogliendo le ripetute sollecitazioni del Santo Padre, si propone alle Caritas diocesane, ai Gruppi di Pax Christi e a quanti vogliano aderire una giornata di digiuno che accompagni la preghiera per la Siria, mercoledì 12 aprile, alla vigilia del Triduo Pasquale; per non dimenticare, per vivere la passione e la croce di tanti innocenti nel mistero della Passione di Cristo, nella luce della Speranza della Pasqua».
«Per noi la fede è una cosa facile, qualche preghiera, e ci sentiamo a posto - ha ricordato da Agrigento il card. Francesco Montenegro, Presidente di Caritas Italiana -. È una fede che non ci costa niente. Invece quello che sta avvenendo nel mondo, come gli attentati di domenica scorsa alle Chiese copte in Egitto ci dice che per molti la fede è un rischio. Molti vanno a messa e non sanno se usciranno dalla chiesa. Il Papa dice che ci sono più martiri oggi, che quelli all’inizio dell’era cristiana e questo dovrebbe farci riflettere. Digiuniamo allora in ricordo dei nostri fratelli perseguitati e per la pace, perché l’amore c’è bisogno di vederlo, e non solo di sentirlo».
«Invitiamo alla preghiera per le vittime - si legge nell'appello -, ma anche all’indignazione contro la guerra e le armi, comprese quelle nucleari di cui si parla all’ONU in questi mesi e su cui Pax Christi e Caritas sono già intervenute. Facciamo nostre le parole di papa Francesco a Redipuglia, 13 settembre 2014: “Anche oggi le vittime sono tante… Come è possibile questo? E’ possibile perché anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, c’è l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante! E questi pianificatori del terrore, questi organizzatori dello scontro, come pure gli imprenditori delle armi, hanno scritto nel cuore: “A me che importa?”».
«Per evitare che anche nel nostro cuore ci sia scritto ‘A me che importa? - continua l'appello -, raccogliendo le ripetute sollecitazioni del Santo Padre, si propone alle Caritas diocesane, ai Gruppi di Pax Christi e a quanti vogliano aderire una giornata di digiuno che accompagni la preghiera per la Siria, mercoledì 12 aprile, alla vigilia del Triduo Pasquale; per non dimenticare, per vivere la passione e la croce di tanti innocenti nel mistero della Passione di Cristo, nella luce della Speranza della Pasqua».
«Per noi la fede è una cosa facile, qualche preghiera, e ci sentiamo a posto - ha ricordato da Agrigento il card. Francesco Montenegro, Presidente di Caritas Italiana -. È una fede che non ci costa niente. Invece quello che sta avvenendo nel mondo, come gli attentati di domenica scorsa alle Chiese copte in Egitto ci dice che per molti la fede è un rischio. Molti vanno a messa e non sanno se usciranno dalla chiesa. Il Papa dice che ci sono più martiri oggi, che quelli all’inizio dell’era cristiana e questo dovrebbe farci riflettere. Digiuniamo allora in ricordo dei nostri fratelli perseguitati e per la pace, perché l’amore c’è bisogno di vederlo, e non solo di sentirlo».
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