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Lunedì 21 Dicembre 2015
Si aggrava sempre di più la situazione in Burundi con l'accrescersi di scontri e violenze nella capitale Bujumbura e in altre zone. Da sabato 12 dicembre in particolare si è registrata un’escalation di violenza con oltre 200 morti in soli due giorni e la comparsa di fosse comuni.
Gli scontri sono iniziati a maggio 2015 dopo che il presidente in carica Pierre Nkurunzizasi è candidato per il terzo mandato alle elezioni politiche del paese contravvenendo al limite costituzionale di due mandati. La crisi ha provocato centinaia di vittime, migliaia di feriti e oltre 200.000 persone fuggite all’interno del paese o rifugiatisi nei paesi limitrofi, principalmente Tanzania, Repubblica Democratica del Congo e Rwanda.
Il 17 dicembre scorso è stata dedicata a questa emergenza una sessione straordinaria del Consiglio dei diritti dell’uomo di Ginevra che ha adottato una risoluzione con la richiesta, sollecitata anche da Caritas, di dispiegamento sul terreno di una missione indipendente di esperti per la prevenzione di nuove violazioni. A ciò ha fatto eco il Parlamento Europeo con la sollecitazione agli stati membri per un congelamento degli aiuti non alimentari al governo del Burundi dirottando i fondi all’appoggio della società civile. Caritas, tramite le rappresentanza di Caritas Internationalis a Ginevra, ha chiesto fortemente al governo burundese di ritornare al dialogo con le opposizioni, interrompere la spirale di violenza e garantire l’accesso agli aiuti umanitari. Allo stesso tempo si è chiesto alla comunità internazionale di mettere a disposizione i fondi necessari per l’assistenza alle vittime ed evitare misure di sospensione degli aiuti che si ripercuoterebbero sulla popolazione civile già fortemente provata. Caritas inoltre ha denunciato il reclutamento dei rifugiati e tra essi di minori nelle file dei gruppi armati ed ha chiesto il rispetto ai paesi di accoglienza del carattere umanitario e civile dell’asilo.
Sul terreno prosegue incessantemente l’impegno delle Caritas dei paesi investiti dalla crisi per l’assistenza alle vittime del conflitto. In Burundi con aiuti sanitari e distribuzione di viveri agli sfollati che spesso trovano assistenza presso parrocchie e strutture della Chiesa. In Tanzania, Rwanda e Congo, con distribuzione di viveri ai profughi accolti presso campi o presso famiglie. Caritas Italiana è impegnata in Burundi da molti anni e segue la situazione costantemente appoggiando tutti gli interventi in atto in tutti i paesi coinvolti. Ad oggi sono stati stanziati 100.000 euro a sostegno dei piani di intervento di Caritas Burundi, Caritas Tanzania, Caritas Congo e Caritas Rwanda.
Gli scontri sono iniziati a maggio 2015 dopo che il presidente in carica Pierre Nkurunzizasi è candidato per il terzo mandato alle elezioni politiche del paese contravvenendo al limite costituzionale di due mandati. La crisi ha provocato centinaia di vittime, migliaia di feriti e oltre 200.000 persone fuggite all’interno del paese o rifugiatisi nei paesi limitrofi, principalmente Tanzania, Repubblica Democratica del Congo e Rwanda.
Il 17 dicembre scorso è stata dedicata a questa emergenza una sessione straordinaria del Consiglio dei diritti dell’uomo di Ginevra che ha adottato una risoluzione con la richiesta, sollecitata anche da Caritas, di dispiegamento sul terreno di una missione indipendente di esperti per la prevenzione di nuove violazioni. A ciò ha fatto eco il Parlamento Europeo con la sollecitazione agli stati membri per un congelamento degli aiuti non alimentari al governo del Burundi dirottando i fondi all’appoggio della società civile. Caritas, tramite le rappresentanza di Caritas Internationalis a Ginevra, ha chiesto fortemente al governo burundese di ritornare al dialogo con le opposizioni, interrompere la spirale di violenza e garantire l’accesso agli aiuti umanitari. Allo stesso tempo si è chiesto alla comunità internazionale di mettere a disposizione i fondi necessari per l’assistenza alle vittime ed evitare misure di sospensione degli aiuti che si ripercuoterebbero sulla popolazione civile già fortemente provata. Caritas inoltre ha denunciato il reclutamento dei rifugiati e tra essi di minori nelle file dei gruppi armati ed ha chiesto il rispetto ai paesi di accoglienza del carattere umanitario e civile dell’asilo.
Sul terreno prosegue incessantemente l’impegno delle Caritas dei paesi investiti dalla crisi per l’assistenza alle vittime del conflitto. In Burundi con aiuti sanitari e distribuzione di viveri agli sfollati che spesso trovano assistenza presso parrocchie e strutture della Chiesa. In Tanzania, Rwanda e Congo, con distribuzione di viveri ai profughi accolti presso campi o presso famiglie. Caritas Italiana è impegnata in Burundi da molti anni e segue la situazione costantemente appoggiando tutti gli interventi in atto in tutti i paesi coinvolti. Ad oggi sono stati stanziati 100.000 euro a sostegno dei piani di intervento di Caritas Burundi, Caritas Tanzania, Caritas Congo e Caritas Rwanda.
Per sostenere gli interventi in corso, si possono inviare offerte a Caritas Italiana, via Aurelia 796 – 00165 Roma, tramite C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: “crisi grandi laghi” oppure on-line.
Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
• Banca Prossima, piazza della Libertà 13, Roma – Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474
• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113
Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
• Banca Prossima, piazza della Libertà 13, Roma – Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474
• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113
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tel. (+39) 06 661771 - fax (+39) 06 66177602 - E-mail: segreteria@caritas.it