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Appello di emergenza carestia    versione testuale
Etiopia-Piano di emergenza nazionale 18/2011
Risposta all’emergenza siccità/
fase di emergenza e prima riabilitazione
 
Obiettivo generale:
Il piano di emergenza nazionale per l’Etiopia 18/2011 ha l’obiettivo di alleviare l’effetto della carestia sulle famiglie delle comunità più vulnerabili dell’Etiopia. Il progetto nel concreto intende soccorrere le popolazioni colpite dalla siccità, mantenere i mezzi di sussistenza delle famiglie, attraverso l’accesso al cibo e ai servizi di base, in 5 Diocesi delle regioni orientali, meridionali e settentrionali dell’Etiopia. Il progetto raggiungerà 65.120 beneficiari.
 
Il progetto intende alleviare le sofferenze delle comunità beneficiarie del progetto attraverso il rifornimento di acqua, cibo, protezione e mezzi di sussistenza, miglioramento dell’alimentazione e della salute degli individui vulnerabili.
 
In particolare:
1.Migliorare l’accesso al cibo attraverso aiuti alimentari.
2.Migliorare la salute e l’alimentazione degli individui beneficiari del progetto. 
3.Rifornire i mezzi di sussistenza e migliorare le capacità di ripresa di guadagno delle famiglie target.
4.Migliorare l’accesso all’acqua potabile, ai mercati e ai servizi sociali. 
5.Migliorare le misure di conservazione dell’acqua e del terreno.

Beneficiari:
La popolazione colpita dalla siccità in Etiopia è 4.5 milioni, e i beneficiari diretti dell’intervento di emergenza sono 65.120.
Il progetto è implementato in 5 Diocesi nel nord, sud, e sudest Etiopia: Adigrat, Harar, Hosanna, Meki, Soddo. Il progetto punta a raggiungere le famiglie più vulnerabili, specialmente quelle guidate da donne, gli anziani, i malati e le famiglie senza terreni da coltivare.

Le Diocesi coinvolgono attivamente le comunità beneficiarie nel ciclo del progetto, nella rilevazione dei bisogni, nella programmazione delle azioni, nell’implementazione e nel monitoraggio.
La partecipazione è assicurata attraverso il coinvolgimento delle istituzioni tradizionali e dei governi locali, inoltre per tutta la durata del progetto un’attenzione particolare è dedicata alla questione di genere, consultando in modo prioritario le famiglie guidate da donne.
 
Durata del progetto:
La durata del piano di emergenza è di 8 mesi, dal 25 agosto 2011 al 24 aprile 2012, per un budget totale di 1.489.000 €, a cui Caritas Italiana ha partecipato con una somma di 200.000 € .
 
Settori di intervento e metodologia del progetto:
I settori coperti dall’appello di emergenza sono: cibo, salute e alimentazione, mezzi di sussistenza, acqua , salute e igiene.
I risultato dell’azione sono: distribuzione di cibo, alimenti nutrienti e kit medici di base a bambini malnutriti e donne incinta o in allattamento, 10.049 famiglie impegnate in attività generatrici di reddito, 2.045 beneficiari che partecipano in corsi di formazione sull’agricoltura, distribuzione di sementi, distribuzione di capi di bestiame, campagne di vaccinazione del bestiame, distribuzione di utensili per raccolta dell’acqua, istituzione di comitati e formazione dei suoi membri per la gestione e purificazione dell’acqua e della sanità, istituzione di comitati e formazione dei suoi membri per la gestione dell’irrigazione, riabilitazione e creazione di pozzi e fonti d’acqua, costruzione e manutenzione dighe, costruzione di strade per il raggiungimento delle aree di intervento. E’ stato utilizzato con successo il metodo “food for work”, ovvero pagamenti in cibo per performance lavorative, che ha permesso la costruzione di tutte le opere sopra elencate.

Motivazione del progetto:
Le frequenti siccità degli ultimi anni, aggravate dalla scarsità delle ultime due stagioni piovose consecutive hanno causato la più grave siccità degli ultimi 60 anni in Etiopia e nel Corno d’Africa. Le conseguenze della siccità in Etiopia hanno portato alla scarsità dei raccolto, delle risorse idriche, alla perdita di riserve di cibo, perdita dei capi di bestiame, che hanno toccato una popolazione di circa 4,5 milioni di persone.
Sebbene le stagioni di siccità fossero ricorrenti, questi periodi si sono sempre più ravvicinati, e a partire dal 2008 le stagioni delle piogge sono state particolarmente scarse portando la popolazione in alcune zone del paese ad essere completamente dipendente dagli aiuti esterni di cibo.

Due consecutive stagioni di scarse piogge hanno prodotto grave scarsità di risorse idriche, con la conseguente perdita del 50-100% dei raccolti, gravi condizioni per i capi di bestiame come malnutrizione e mortalità elevata. Queste perdite sono arrivate in un momento di scarse scorte alimentari delle famiglie, che attendevano il raccolto di metà anno.
La siccità ha portato alla diminuzione delle risorse idriche del suolo e il completo prosciugamento delle strutture idriche in superficie, portando a una grande vulnerabilità della popolazione nelle zone colpite dalla siccità. Benché le piogge iniziate a novembre 2011 abbiamo leggermente migliorato la situazione esse sono state insufficienti a rifornire le fonti d’acqua.

La popolazione ha reagito vendendo i pochi animali rimasti, tagliando e vendendo gli alberi e migrando verso i grandi centri abitati. La mortalità dei capi di bestiame è registrata attorno al 15-30%, toccando il 40-60% in alcune aree, specialmente per i bovini e le pecore, nel frattempo il costo del cibo è aumentato superando ogni record.
 
Caritas.
Caritas Etiopia (ECS)
ha all’interno della proprio organico una unità dedicata alle emergenze e sicurezza alimentare, attiva fin dal 1974, in azioni di risposta per milioni di persone colpite da gravi siccità e carestie.
Negli ultimi anni ECS ha sviluppato particolari capacità in:
• Sensibilizzazione dello staff sull’importanza di coinvolgere i beneficiari attraverso la mobilitazione della comunità
• Formazione dei beneficiari su temi che vengono identificati e monitorati costantemente
• Costante monitoraggio dei progetti sviluppati da parte dello staff di ECS e in particolare dell’Emergency Task Force.
Particolare attenzione nella risposta alle emergenze viene dedicata alla riabilitazione nel lungo periodo dei mezzi di sussistenza delle comunità pastorali e agro-pastorali, dedicando particolare attenzione alla riabilitazione di risorse idriche, delle attività generatrici di reddito e delle strutture necessarie allo sviluppo dei progetti.

Le Diocesi coinvolte nell’azione sono: Adigrat, Harar, Hosanna, Meki, Soddo