Home Page » Area Stampa » News » 2021 » Agosto » 5 anni fa il terremoto in Centro Italia. L'impegno Caritas accanto alla popolazione
Martedì 24 Agosto 2021
Il 24 agosto 2016, cinque anni fa, un sisma di magnitudo 6.0 ha colpito in modo distruttivo alcuni comuni dei territori di Rieti nel Lazio e Ascoli Piceno nelle Marche (in particolare, Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e le loro frazioni) causando 299 vittime e circa 5 mila sfollati. Successivamente si sono registrati due nuovi terremoti – il primo il 26 ottobre, di magnitudo 5.9 ed epicentro a Castelsantangelo sul Nera (MC); il secondo il 30 ottobre, di magnitudo 6.5 ed epicentro a Norcia (PG) – che hanno coinvolto altri 114 comuni e anche le diocesi marchigiane di Camerino, Macerata e Fabriano. Il 18 gennaio 2017, la combinazione tra un nuovo evento sismico – di magnitudo 5.1 ed epicentro a Capitignano (AQ) - e precipitazioni nevose di particolare intensità hanno aggravato ulteriormente la situazione, causando nuovi sfollati e altre 34 vittime, 29 delle quali all’interno dell’Hotel Rigopiano distrutto da una slavina, a Farindola (PE), nella diocesi di Pescara‐Penne.
In occasione di questo anniversario, anche quest'anno le comunità si sono ritrovate in preghiera per fare memoria di un evento catastrofico, ma soprattutto per ricordare storie e volti delle vittime e per rinsaldare l’identità di un popolo, quello del territorio dell’Appennino centrale. Queste comunità, messe a dura prova anche dalla pandemia, hanno sempre sollecitato le istituzioni nella attuazione di prassi amministrative sostenibili che non rendessero vana la loro “resistenza”, consentendo l’effettivo avvio della fase della ricostruzione di case, strade, servizi. Le Chiese locali, attraverso l’operatività delle Caritas diocesane, continuano la costante lettura dei territori e dei fenomeni che li caratterizzano, promuovendo iniziative che mirano a ricostruire il tessuto comunitario anche attraverso strumenti di progettazione innovativa e partecipata.
Ricordiamo come la CEI mise subito a disposizione di Caritas Italiana un milione di euro derivanti dalle risorse 8xmille per le iniziative di emergenza e di soccorso alla popolazione indicendo, per il 18 ottobre 2016, una specifica colletta nazionale il cui ammontare finale è stato di oltre 27 milioni euro.
Grazie a questi fondi Caritas ha messo in atto interventi di prima emergenza per 1 milione di euro, interventi strutturali (container e soluzioni abitative provvisorie per famiglie che non potevano allontanarsi dal territorio; 30 “centri di comunità”; 5 strutture di accoglienza; spazi di coordinamento e accoglienza volontari; altri interventi specifici) per complessivi 16 milioni di euro, interventi per la ripresa di attività economiche (stalle, riattivazione imprese agricole, …) e per le fasce deboli della popolazione (anziani, ammalati, minori, …) per 10 milioni di euro.
In occasione di questo anniversario, anche quest'anno le comunità si sono ritrovate in preghiera per fare memoria di un evento catastrofico, ma soprattutto per ricordare storie e volti delle vittime e per rinsaldare l’identità di un popolo, quello del territorio dell’Appennino centrale. Queste comunità, messe a dura prova anche dalla pandemia, hanno sempre sollecitato le istituzioni nella attuazione di prassi amministrative sostenibili che non rendessero vana la loro “resistenza”, consentendo l’effettivo avvio della fase della ricostruzione di case, strade, servizi. Le Chiese locali, attraverso l’operatività delle Caritas diocesane, continuano la costante lettura dei territori e dei fenomeni che li caratterizzano, promuovendo iniziative che mirano a ricostruire il tessuto comunitario anche attraverso strumenti di progettazione innovativa e partecipata.
Ricordiamo come la CEI mise subito a disposizione di Caritas Italiana un milione di euro derivanti dalle risorse 8xmille per le iniziative di emergenza e di soccorso alla popolazione indicendo, per il 18 ottobre 2016, una specifica colletta nazionale il cui ammontare finale è stato di oltre 27 milioni euro.
Grazie a questi fondi Caritas ha messo in atto interventi di prima emergenza per 1 milione di euro, interventi strutturali (container e soluzioni abitative provvisorie per famiglie che non potevano allontanarsi dal territorio; 30 “centri di comunità”; 5 strutture di accoglienza; spazi di coordinamento e accoglienza volontari; altri interventi specifici) per complessivi 16 milioni di euro, interventi per la ripresa di attività economiche (stalle, riattivazione imprese agricole, …) e per le fasce deboli della popolazione (anziani, ammalati, minori, …) per 10 milioni di euro.
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