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Lunedì 1 Marzo 2021
Etiopia, continua la catastrofe umanitaria nel Tigray. L'impegno della Chiesa   versione testuale

Nel nord dell’Etiopia nella regione del Tigray è in atto da molte settimane una guerra civile tra forze federali e quelle regionali con scontri che si sono intensificati soprattutto nella zona centrale della regione e la popolazione civile ancora vittima di violenze: decine di migliaia le vittime civili, più di 2,3 milioni le persone  che hanno bisogno di assistenza umanitaria, oltre 1,3 milioni gli sfollati interni. Una larga parte del Tigray è in situazione di grave insicurezza alimentare con i primi morti per fame, più di 60.000 le persone fuggite nel vicino Sudan dall’inizio degli scontri. Vi è un urgente bisogno di assistenza sanitaria, cibo, protezione per le categorie più vulnerabili, alloggi temporanei, accesso ad acqua e igiene. Preoccupano inoltre la condizione dei circa 96.000 rifugiati eritrei ospitati in diversi campi nella regione alcuni dei quali risultano essere gravemente danneggiati.
 
La guerra colpisce un’area già tra le più povere dell’Etiopia con un alto tasso di malnutrizione e carenza di servizi essenziali. Inoltre la guerra arriva in un momento in cui l’intero paese è alle prese da mesi con altre crisi, quali le invasioni di locuste, la  pandemia di covid-19, l’insicurezza alimentare in molte aree.

Caritas Italiana sostiene da anni le iniziative di Caritas Etiopia in favore delle vittime di insicurezza alimentare e da catastrofi ambientali che ciclicamente colpiscono il Paese. Continua la vicinanza alla Chiesa locale anche per la crisi nel Tigray per la quale Caritas Etiopia si è prontamente attivata avviando una rete di coordinamento per monitorarne gli sviluppi e garantire una risposta umanitaria adeguata, nonostante le difficoltà di accesso in diverse aree. Un vasto programma di aiuti della durata di un anno è stato lanciato per garantire un supporto nutrizionale ai bambini minori di 5 anni malnutriti e la distribuzione di voucher per l’acquisto di cibo, la consegna di semi e animali per la ripresa di attività di sostentamento familiare. Sono anche in corso distribuzioni di materiale agli sfollati, quali materassi, abiti, coperte, utensili per cucinare, secchi per la raccolta e la conservazione dell’acqua e distribuzione diretta di acqua in attesa che siano ripristinati i sistemi idrici danneggiati dal conflitto. 
 
Inoltre grazie allo stanziamento della CEI di 500mila euro dai fondi otto per mille, che i cittadini destinano alla Chiesa cattolica, l’intervento di Caritas si amplia in ambito sanitario in collaborazione con Medici con l’Africa Cuamm a sostegno di alcune strutture sanitarie della regione tra cui l’ospedale di Mekelle. Sono previsti interventi a sostegno della riapertura dei servizi laddove a causa del conflitto si sono interrotti e la fornitura di attrezzature, materiali, farmaci per far fronte all’aumento dei pazienti.

Per poter proseguire queste attività c’è urgente bisogno di fondi, per questo Caritas Italiana invita ad una solidarietà concreta in aiuto alle popolazioni vittime del conflitto contribuendo al sostegno delle iniziative della rete Caritas e si unisce agli appelli della chiesa locale e del Santo Padre affinché cessino le violenze, siano tutelati i civili, sia garantito l’accesso agli aiuti, si torni al dialogo e le popolazioni possano ritrovare la pace.
 
È possibile sostenere gli interventi di Caritas Italiana (Via Aurelia 796 - 00165 Roma), utilizzando il conto corrente postale n. 347013, o donazione on-line, o bonifico bancario (causale "Emergenza Etiopia”) tramite:
conto corrente postale n. 347013
Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma –Iban: IT24 C050 1803 2000 0001 3331 111
Banca Intesa Sanpaolo, Fil. Accentrata Ter S, Roma – Iban: IT66 W030 6909 6061 0000 0012 474
Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119