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Giovedì 22 Agosto 2019
Il 24 agosto 2016, tre anni fa, un sisma di magnitudo 6.0 colpisce in modo distruttivo alcuni comuni dei territori di Rieti nel Lazio e Ascoli Piceno nelle Marche (in particolare, Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e le loro frazioni) causando 299 vittime e circa 5 mila sfollati.
A quasi due mesi dalla prima scossa, due nuovi terremoti – il primo il 26 ottobre, di magnitudo 5.9 ed epicentro a Castelsantangelo sul Nera (MC); il secondo il 30 ottobre, di magnitudo 6.5 ed epicentro a Norcia (PG) - colpiscono ulteriormente il territorio estendendo l’area interessata ad altri 114 comuni, coinvolgendo anche le diocesi marchigiane di Camerino, Macerata e Fabriano. Fortunatamente non si registrano vittime, ma si amplia enormemente il numero degli sfollati (circa 32 mila). Il 18 gennaio 2017, la combinazione tra un nuovo evento sismico – di magnitudo 5.1 ed epicentro a Capitignano (AQ) - e precipitazioni nevose di particolare intensità aggravano ulteriormente la situazione, causando nuovi sfollati e ulteriori 34 vittime, 29 delle quali all’interno dell’Hotel Rigopiano distrutto da una slavina, a Farindola (PE), nella diocesi di Pescara‐Penne.
La CEI ha messo subito a disposizione di Caritas Italiana un milione di euro derivanti dalle risorse 8xmille per le iniziative di emergenza e di soccorso alla popolazione ed ha indetto, per il successivo 18 ottobre 2016, una specifica colletta nazionale il cui ammontare finale sarà di 27.286.114 euro (dato aggiornato al dicembre 2018).
Caritas Italiana è stata presente sin dai primi giorni, e ha messo a disposizione container e soluzioni abitative provvisorie, centri di comunità, strutture di accoglienza, servizi caritativi e spazi sociopastorali. Le delegazioni regionali Caritas sono state protagoniste di molte realizzazioni, anche grazie alla presenza nei territori tramite i gemellaggi, che continuano con volontari da tutta Italia.
«Rimettere la comunità al centro degli obiettivi; restare accanto e a servizio delle persone colpite, valorizzando la presenza della Chiesa locale e attivando e coinvolgendo le risorse delle diverse comunità: sono le linee di fondo dell’intervento Caritas - spiega il Direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu -. I legami attivati nella prima fase di emergenza, l’attività di mappatura dei territori e dei bisogni che ogni diocesi ha fatto e le iniziative di formazione avviate hanno favorito partecipazione dal basso. Che ora deve tradursi in progetti “generativi”. In altri termini, si cerca di impegnare parte delle risorse disponibili per una progettazione sociale che faccia ripartire uno sviluppo umano integrale e che dia segni di riscatto, di futuro, di speranza».
A quasi due mesi dalla prima scossa, due nuovi terremoti – il primo il 26 ottobre, di magnitudo 5.9 ed epicentro a Castelsantangelo sul Nera (MC); il secondo il 30 ottobre, di magnitudo 6.5 ed epicentro a Norcia (PG) - colpiscono ulteriormente il territorio estendendo l’area interessata ad altri 114 comuni, coinvolgendo anche le diocesi marchigiane di Camerino, Macerata e Fabriano. Fortunatamente non si registrano vittime, ma si amplia enormemente il numero degli sfollati (circa 32 mila). Il 18 gennaio 2017, la combinazione tra un nuovo evento sismico – di magnitudo 5.1 ed epicentro a Capitignano (AQ) - e precipitazioni nevose di particolare intensità aggravano ulteriormente la situazione, causando nuovi sfollati e ulteriori 34 vittime, 29 delle quali all’interno dell’Hotel Rigopiano distrutto da una slavina, a Farindola (PE), nella diocesi di Pescara‐Penne.
La CEI ha messo subito a disposizione di Caritas Italiana un milione di euro derivanti dalle risorse 8xmille per le iniziative di emergenza e di soccorso alla popolazione ed ha indetto, per il successivo 18 ottobre 2016, una specifica colletta nazionale il cui ammontare finale sarà di 27.286.114 euro (dato aggiornato al dicembre 2018).
Caritas Italiana è stata presente sin dai primi giorni, e ha messo a disposizione container e soluzioni abitative provvisorie, centri di comunità, strutture di accoglienza, servizi caritativi e spazi sociopastorali. Le delegazioni regionali Caritas sono state protagoniste di molte realizzazioni, anche grazie alla presenza nei territori tramite i gemellaggi, che continuano con volontari da tutta Italia.
«Rimettere la comunità al centro degli obiettivi; restare accanto e a servizio delle persone colpite, valorizzando la presenza della Chiesa locale e attivando e coinvolgendo le risorse delle diverse comunità: sono le linee di fondo dell’intervento Caritas - spiega il Direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu -. I legami attivati nella prima fase di emergenza, l’attività di mappatura dei territori e dei bisogni che ogni diocesi ha fatto e le iniziative di formazione avviate hanno favorito partecipazione dal basso. Che ora deve tradursi in progetti “generativi”. In altri termini, si cerca di impegnare parte delle risorse disponibili per una progettazione sociale che faccia ripartire uno sviluppo umano integrale e che dia segni di riscatto, di futuro, di speranza».
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