(aggiornato a dicembre 2018)
Secondo l’ILO, il tasso di disoccupazione giovanile (15-24) si attesta intorno al 35%. Si calcola che ogni anno 150.000 giovani haitiani entrino nel mercato del lavoro. Di fatto però quest’ultimo non riesce ad assorbirli, condannando questi giovani alla sottoccupazione, disoccupazione e al precariato (se non all’emigrazione o all’entrata in circuiti criminali). La fragilità del settore educativo in Haiti è la conseguenza diretta della povertà diffusa e strutturale e la mancanza di risorse pubbliche per l’educazione dei giovani. Secondo i dati del Ministero dell’Educazione (2017), le famiglie sostengono circa il 70% delle spese totali per finanziamento dell'istruzione. In un contesto di povertà diffusa ciò spiega perché i tassi di diserzione scolare siano così elevati, riguardando il 20% nei bambini tra 0 e 5 anni, 18% nella fascia 6-11 anni e 12% nei bambini tra 12 e 14 anni (Unicef, 2017).
Da luglio 2018 Haiti è ricaduta in una crisi istituzionale e politica, poi peggiorata di mese in mese. Il 7 luglio 2021 il brutale assassinio del presidente Jovenel Moïse ha lasciato il Paese nel caos, aprendo la strada alla proliferazione incontrollata delle bande armate un po’ ovunque nella capitale. In questo clima di incertezza ed emergenza protratte, le bande armate vedono un terreno fertile per i loro affari criminali, facendo crescere il loro capitale finanziario con il business dei sequestri di persona.
Nel Paese caraibico, anche per queste ragioni, la presenza delle organizzazioni umanitarie e non governative è massiccia, e cerca di sopperire con difficoltà alle mancanze di uno stato fragile, assente e screditato. Una presenza che tuttavia non è priva di contraddizioni e non è sempre ben accetta dagli stessi haitiani. Tale presenza è stata consistente proprio a partire dal forte terremoto del 12 gennaio 2010, che lasciò sepolte sotto i detriti almeno 230 mila vittime, più di 300 mila feriti e almeno un milione di sfollati. La devastazione provocata dal sisma e dai successivi cicloni (tra cui l’uragano Matthew e ultimo il sisma di agosto del 2021), ha contribuito a rendere ancora più precarie le condizioni di un Paese già incapace di soddisfare i bisogni di base della sua popolazione, svelando con altrettanta crudeltà le carenze e l’inadeguatezza di un apparato statale corrotto e di una democrazia debole e impreparata.
Dopo il terremoto che ha colpito il Sud dell’isola il 14 agosto 2021 facendo più di 2200 vittime, Caritas Italiana si è subito attivata finanziando, con fondi CEI e fondi propri, numerosi progetti volti sia a un intervento di emergenza che di riabilitazione post-sisma, nei tre dipartimenti più colpiti.
Vedi il Report a un anno dal terremoto (.pdf)
- kit alimentari
- kit di igiene
- kit di forniture per la cucina
- ripari provvisori
- cash non condizionato
Al momento sono in corso interventi di riabilitazione post-sisma, realizzati dai partner locali e internazionali di Caritas italiana nell'ambito di:
- protezione dei minori più vulnerabili nei centri di detenzione e nei centri di accoglienza
- creazione di spazi educativi extra-scolastici per i minori dai 6 ai 17 anni con attività di carattere psico-sociale
- sensibilizzazione su violenza domestica e di genere
- rafforzamento delle organizzazioni locali di base
- accompagnamento psicologico delle categorie più vulnerabili
- formazione di personale sanitario
- riabilitazione e costruzione scuole
- distribuzione di kit scolastici
- riabilitazione e costruzione abitazioni
- riabilitazione di impianti idrici e servizi igienici danneggiati
- attività in ambito agricolo e di sicurezza alimentare
È importante ricordare che, per la realizzazione dei vari progetti, Caritas Italiana ha utilizzato il 96% degli oltre 25 milioni di euro raccolti grazie alla colletta straordinaria promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana il 24 gennaio 2010. Gli interventi di Caritas Italiana non sono stati solamente di tipo riparativo: la maggior parte dei progetti si divide equamente tra l’ambito “Formazione e inclusione sociale” (35,4%) e l’ambito “Socio-economico” (34,3%). La maggior parte dei progetti è stata realizzata nelle zone più colpite dal sisma (Dipartimenti Ovest e Sud-est). La forte presenza di progetti nella diocesi di Port-au-Prince è riconducibile ad attività della Caritas nazionale a favore dei più poveri.
Nel corso del 2020, grazie ai fondi della Conferenza Episcopale Italiana, sono stati finanziati due progetti anti Covid di protezione sanitaria in ambito ospedaliero e un progetto di distribuzione di dispositivi di protezione. Va sottolineato che, sebbene i test e la sorveglianza siano limitati, il numero ufficiale di casi confermati all’interno della popolazione haitiana (circa 11,2 milioni di abitanti) si è rivelato modesto. Il bilancio totale è pari a 10.127 persone positive e 236 decessi dall’inizio della pandemia, con un tasso di letalità del 2,56%.
in seguito al terremoto che il 14 agosto 2021 ha messo in atto una serie di interventi (vedi il Report di agosto 2022)
Nel 2022 Caritas Italiana ha concluso due progetti finanziati dall’Unione Europea nell’ambito della cittadinanza attiva e dell’aiuto alimentare.
Come contribuire
Chi vuole sostenere gli interventi di Caritas Italiana (causale: "Haiti")
può versare il proprio contributo tramite.