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Il Piano Integrato di Formazione e il modello formativo   versione testuale
Negli anni pastorali 2014-2016 Caritas Italiana ha condensato oltre 40 anni di esperienza in ambito formativo con l’elaborazione di un Piano Integrato di Formazione. L’approccio individuato per la redazione del piano ha permesso di:
valorizzare le esperienze dell’intera rete della Caritas in Italia (in particolare il livello diocesano e regionale)
assumere l’evoluzione che l’offerta formativa ha registrato in questi anni, in cui sono state affinate metodologie operative, selezione dei destinatari, connessione tra formazione e altri processi di animazione socio-pastorale (ad esempio ricerca e coordinamento).
Il Piano Integrato di Formazione (d’ora in poi PIF) ha assunto la logica della formazione come processo che intende valorizzare i diversi soggetti coinvolti in un percorso di cambiamento partecipato e condiviso.
La logica partecipata è, tra l’altro, condizione essenziale per concretizzare l’esigenza di riconoscere e valorizzare le differenze esistenti nelle esperienze Caritas a livello locale connesse alle caratteristiche socio-culturali e geografiche di ciascun territorio, alle storie, alle dimensioni delle Caritas diocesane, alle risorse a disposizione, ecc.
Il PIF si sta realizzando come patto sottoscritto tra livello nazionale, regionale e diocesano, basato sulla condivisione e la comunione di responsabilità e competenze, nel quale:
Caritas Italiana assume l’impegno di portare a sistema le molteplici iniziative formative già in corso di realizzazione, nonché – in accordo con le diverse Delegazioni regionali- di predisporre e realizzare alcune opportunità formative di carattere nazionale, di concorrere alla progettazione, realizzazione e valutazione di opportunità formative di carattere regionale e diocesano garantendo livelli minimi di attività formativa da raggiungere sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo;
le Delegazioni regionali e le Caritas diocesane si impegnano a condividere la progettazione nazionale e a predisporre opportunità formative in interazione con il livello nazionale, oltre a proseguire la realizzazione delle iniziative territoriali da tempo attive.
Il patto mira ad aumentare l’adeguatezza del sistema formativo interno alla Caritas (diversificando i livelli nazionale, regionale e diocesano) rispetto alle esigenze di sviluppo della propria azione. A tal fine, attraverso il patto, sarà definito un sistema coordinato di azioni formative, dinamico, differenziato e integrato tra i vari livelli considerati, individuando i diversi livelli di responsabilità e livelli minimi attesi (sia strutturali sia qualitativi).
Un primo frutto del patto è stato l’elaborazione di 16 piani regionali per formazione nelle Caritas (uno per ciascuna Delegazione Regionale Caritas). In pratica per ciascuna delegazione è stato definito un piano contenente:
1. la previsione di attività formativa da realizzare e il riferimento all’ambito o Area tematica
2. le finalità/obiettivi generali
3. la selezione dei destinatari
4. l’individuazione dei formatori da impiegare nella progettazione/conduzione delle proposte formative
5. la previsione delle risorse e dei costi da sostenere
6. la selezione di modalità di valutazione 
Questa significativa integrazione permetterà, progressivamente, di incrementare l’offerta di formazione diretta ad animatori/volontari delle parrocchie o dei servizi, operatori diocesani, membri di équipe, etc. cui il solo livello nazionale non riusciva a rispondere.