L'amore preferenziale per i poveri 
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«È (…) una opzione, o una forma speciale di primato nell'esercizio della carità cristiana, testimoniata da tutta la Tradizione della Chiesa. Essa si riferisce alla vita di ciascun cristiano, in quanto imitatore della vita di Cristo, ma si applica egualmente alle nostre responsabilità sociali e, perciò, al nostro vivere, alle decisioni da prendere coerentemente circa la proprietà e l'uso dei beni. [...] La nostra vita quotidiana deve essere segnata da queste realtà, così come pure le nostre decisioni in campo politico ed economico» (Giovanni Paolo II, "Sollicitudo Rei Socialis", n.42)
«l'amore preferenziale per i poveri costituisce un'esigenza intrinseca del vangelo della carità e un criterio di discernimento pastorale nella prassi della chiesa» (Cei, "Evangelizzazione e testimonianza della carità", n.47)
«l'amore preferenziale per i poveri e la testimonianza della carità sono compito di tutta la comunità cristiana, in ogni sua componente ed espressione» (Cei, "Evangelizzazione e testimonianza della carità", n.48)
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