Home Page » Area Stampa » News » archivio anni precedenti » 2016 » Gennaio » Corno d'Africa: è ancora carestia e fame
Mercoledì 13 Gennaio 2016
Una nuova severa crisi alimentare sta colpendo vaste aree dell’Africa ed in particolare del Corno d’Africa estendendosi sino al Sudan e il Sud Sudan. Complessivamente in Africa nel 2015 le persone in condizioni di insicurezza alimentare sono salite a 31 milioni, un terzo circa solo in Etiopia. Da molti mesi condizioni climatiche instabili caratterizzate da siccità in alcune aree e inondazioni in altre stanno attraversando questa regione.
La prima stagione delle piogge, da febbraio a maggio, ha registrato precipitazioni ben al di sotto la media, insufficienti a rifornire i punti d’acqua e a rigenerare i pascoli. La seconda stagione delle piogge, quelle estive, è stata anch’essa deludente, aggravando la situazione delle famiglie, soprattutto piccoli agricoltori e allevatori che rappresentano la maggioranza della popolazione locale.
Questa tragedia è stata innescata dal fenomeno atmosferico chiamato “El Niño”, un fenomeno climatico periodico che si verifica in media ogni 5 anni e che sta provocando siccità e inondazioni in molte regioni della fascia tropicale meridionale dell’Asia, dell’Africa sino ai Caraibi e all’America Latina. In Africa questo fenomeno, accentuato da politiche di sviluppo non orientate al rafforzamento delle comunità più fragili, dal cambiamento climatico, dall’estrema fragilità delle risorse di cui dispongono i piccoli contadini, dall’instabilità politica e dai conflitti che attraversano molti dei paesi colpiti, ha aggravato notevolmente le già precarie condizioni di indigenza cronica di una fetta ampia della popolazione provocando una catastrofe umanitaria. Anche in questo caso, non sono tanto i fenomeni meterologici in sé che provocano la crisi, quanto le pregresse condizioni di vulnerabilità della popolazione colpita.
Al momento le fonti d’acqua sono pressoché esaurite, i pascoli completamente aridi, si registrano forti perdite dei capi di bestiame e malnutrizione acuta, soprattutto tra i bambini sotto i 5 anni. La situazione attuale nel Corno d’Africa rappresenta la peggior carestia degli ultimi 40 anni. Solo in Etiopia nelle ultime settimane le persone che necessitano di assistenza alimentare sono oltre 18 milioni e le previsioni per il 2016 sono estremamente pessimistiche, soprattutto per febbraio e marzo, mesi in cui si teme l’aggravarsi della siccità, oltre che il verificarsi di nuove forti inondazioni nelle zone più aride. Come già accaduto in passato, la crisi è dovuta anche all’aumento dei prezzi del cibo che, anche laddove disponibile, è inaccessibile per un’ampia fascia della popolazione con redditi insufficienti. L’Etiopia e le aree ad essa limitrofe sono tra quelle maggiormente investite dalla crisi.
La Caritas dell’Etiopia e quelle degli altri paesi colpiti hanno fin dai primi momenti attivato la propria rete sul territorio, monitorando da mesi la situazione e predisponendo piani per rispondere all’emergenza con interventi di prevenzione e di assistenza alla popolazione. I Vescovi dell’Etiopia, riunitisi il 22 dicembre 2015 ad Addis Abeba hanno lanciato un appello alla solidarietà internazionale e di denuncia dei cambiamenti climatici e delle loro cause, sottolineando come essi provocano un’ ulteriore pressione sui flussi migratori. Molteplici le azioni in atto e in via di implementazione, non solo di assistenza ma anche di rafforzamento della capacità di adattamento delle famiglie colpite. I principali interventi sono: fornitura di cibo altamente nutritivo a persone affette da malnutrizione, in particolare bambini, donne incinte e madri che allattano; fornitura di sementi resistenti alla siccità, interventi per accesso all’acqua potabile, sostegno all’allevamento (fornitura di animali e di foraggio), sostegno al reddito familiare con interventi per favorire l’accesso al lavoro.
Caritas Italiana è impegnata da anni nell’area con la presenza di operatori e un vasto programma di interventi in seguito alla crisi alimentare del 2011 e alla conseguente colletta nazionale che ha consentito la realizzazione di progetti per oltre 9 milioni di euro in favore di centinaia di migliaia di persone. Per questa nuova emergenza ha stanziato ulteriori 100.000 euro a sostegno degli interventi delle Caritas locali e di altri organismi impegnati nella risposta all’emergenza.
La prima stagione delle piogge, da febbraio a maggio, ha registrato precipitazioni ben al di sotto la media, insufficienti a rifornire i punti d’acqua e a rigenerare i pascoli. La seconda stagione delle piogge, quelle estive, è stata anch’essa deludente, aggravando la situazione delle famiglie, soprattutto piccoli agricoltori e allevatori che rappresentano la maggioranza della popolazione locale.
Questa tragedia è stata innescata dal fenomeno atmosferico chiamato “El Niño”, un fenomeno climatico periodico che si verifica in media ogni 5 anni e che sta provocando siccità e inondazioni in molte regioni della fascia tropicale meridionale dell’Asia, dell’Africa sino ai Caraibi e all’America Latina. In Africa questo fenomeno, accentuato da politiche di sviluppo non orientate al rafforzamento delle comunità più fragili, dal cambiamento climatico, dall’estrema fragilità delle risorse di cui dispongono i piccoli contadini, dall’instabilità politica e dai conflitti che attraversano molti dei paesi colpiti, ha aggravato notevolmente le già precarie condizioni di indigenza cronica di una fetta ampia della popolazione provocando una catastrofe umanitaria. Anche in questo caso, non sono tanto i fenomeni meterologici in sé che provocano la crisi, quanto le pregresse condizioni di vulnerabilità della popolazione colpita.
Al momento le fonti d’acqua sono pressoché esaurite, i pascoli completamente aridi, si registrano forti perdite dei capi di bestiame e malnutrizione acuta, soprattutto tra i bambini sotto i 5 anni. La situazione attuale nel Corno d’Africa rappresenta la peggior carestia degli ultimi 40 anni. Solo in Etiopia nelle ultime settimane le persone che necessitano di assistenza alimentare sono oltre 18 milioni e le previsioni per il 2016 sono estremamente pessimistiche, soprattutto per febbraio e marzo, mesi in cui si teme l’aggravarsi della siccità, oltre che il verificarsi di nuove forti inondazioni nelle zone più aride. Come già accaduto in passato, la crisi è dovuta anche all’aumento dei prezzi del cibo che, anche laddove disponibile, è inaccessibile per un’ampia fascia della popolazione con redditi insufficienti. L’Etiopia e le aree ad essa limitrofe sono tra quelle maggiormente investite dalla crisi.
La Caritas dell’Etiopia e quelle degli altri paesi colpiti hanno fin dai primi momenti attivato la propria rete sul territorio, monitorando da mesi la situazione e predisponendo piani per rispondere all’emergenza con interventi di prevenzione e di assistenza alla popolazione. I Vescovi dell’Etiopia, riunitisi il 22 dicembre 2015 ad Addis Abeba hanno lanciato un appello alla solidarietà internazionale e di denuncia dei cambiamenti climatici e delle loro cause, sottolineando come essi provocano un’ ulteriore pressione sui flussi migratori. Molteplici le azioni in atto e in via di implementazione, non solo di assistenza ma anche di rafforzamento della capacità di adattamento delle famiglie colpite. I principali interventi sono: fornitura di cibo altamente nutritivo a persone affette da malnutrizione, in particolare bambini, donne incinte e madri che allattano; fornitura di sementi resistenti alla siccità, interventi per accesso all’acqua potabile, sostegno all’allevamento (fornitura di animali e di foraggio), sostegno al reddito familiare con interventi per favorire l’accesso al lavoro.
Caritas Italiana è impegnata da anni nell’area con la presenza di operatori e un vasto programma di interventi in seguito alla crisi alimentare del 2011 e alla conseguente colletta nazionale che ha consentito la realizzazione di progetti per oltre 9 milioni di euro in favore di centinaia di migliaia di persone. Per questa nuova emergenza ha stanziato ulteriori 100.000 euro a sostegno degli interventi delle Caritas locali e di altri organismi impegnati nella risposta all’emergenza.
Per sostenere gli interventi in corso, si possono inviare offerte a Caritas Italiana, via Aurelia 796 – 00165 Roma, tramite C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: “CORNO D'AFRICA” oppure on-line.
Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
• UniCredit, via Taranto 49, Roma – Iban: IT 88 U 02008 05206 000011063119
• Banca Prossima, piazza della Libertà 13, Roma – Iban: IT 06 A 03359 01600 100000012474
• Banco Posta, viale Europa 175, Roma – Iban: IT91 P076 0103 2000 0000 0347 013
• Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma – Iban: IT 29 U 05018 03200 000000011113
Copyright 2013 Caritas Italiana, Via Aurelia 796 - 00165 Roma
tel. (+39) 06 661771 - fax (+39) 06 66177602 - E-mail: segreteria@caritas.it