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Martedì 19 Luglio 2022
Corridoi umanitari: strumento fondamentale, ma non esclusivo di ingresso   versione testuale
ARCI, Caritas Italiana e Fondazione Migrantes sono organizzazioni attive da decenni nella salvaguardia dei diritti dei rifugiati e delle rifugiate, nella loro accoglienza e più di recente nella facilitazione di canali legali di accesso al territorio italiano.  In proposito sono stati sottoscritti vari Protocolli con il governo italiano tesi ad aprire corridoi umanitari in Etiopia, Giordania, Niger, Libia, Afghanistan favore di persone con particolari vulnerabilità. Lo strumento dei corridoi umanitari ha garantito la fuoriuscita da contesti di guerra e gravi violazioni dei diritti a richiedenti asilo, rifugiati e persone vulnerabili che altrimenti non avrebbero mai potuto raggiungere il territorio europeo. Rappresentano quindi un’esperienza imprescindibile e innovativa nell’attuale panorama giuridico e politico. 

Queste esperienze hanno infatti posto le basi per un’alternativa concreta a viaggi pericolosi e alle reti di traffico, fornendo una via di accesso sicura con un chiaro valore pedagogico culturale e sociale attraverso il rilascio di visti umanitari.  Di recente le associazioni e gli organismi firmatari hanno potuto apprendere del riferimento contenuto in alcune decisioni del Tribunale civile di Roma ai programmi summenzionati, correttamente individuati come una procedura speciale, sottoposta a determinate attività di accertamento e verifica, finalizzata a sottrarre le persone da pericoli incombenti e gravi. Ne sono pertanto lieti, consci che i programmi iniziano ad assumere rilevanza anche nel lavoro del Tribunale che ne apprezza non solo lo spirito umanitario ma anche l’importante intento pedagogico verso più sostenibili forme di migrazione e mobilità in particolare nei confronti dei soggetti più vulnerabili.

Risulta tuttavia necessario evidenziare alcuni elementi che sono propri di questi programmi e che li contraddistinguono rispetto ad altri strumenti umanitari e di ingresso in Italia. I corridoi umanitari sono programmi di natura privata, la cui attuazione è a carico degli organismi che li organizzano. La loro implementazione è resa possibile dalla sottoscrizione di volta in volta di un protocollo nel quale il Ministero dell’interno e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale individuano i Paesi di maggiore interesse e autorizzano un numero esatto di persone che hanno la possibilità di entrare sul territorio. In particolare ad oggi sono state evacuate un totale di 194 persone dalla Libia  e autorizzato l’ingresso di 1.200 persone dall’Afghanistan.  

L’accesso ai programmi è affidato a criteri individuati volta per volta dai protocolli sulla base delle finalità statuarie degli organismi e delle associazioni e delle esigenze individuate dal Governo ed è quindi svincolato da procedure standardizzate, tanto che i criteri di vulnerabilità che si applicano ai rifugiati e richiedenti asilo possono variare da realtà a realtà e rispondere alle differenziate proposte di accoglienza e inserimento sul territorio. Non è possibile quindi avanzare una pretesa di inserimento nei corridoi umanitari né, tanto meno, contestare la scelta di inclusione ovvero di esclusione dagli stessi.
Inoltre, proprio perché il numero di persone autorizzate ad entrare in Italia con i corridoi umanitari è determinato in modo esatto dai Protocolli, si tratta di strumenti che consentono ingressi limitati che purtroppo non possono coprire il numero di persone in situazioni di pericolo e di bisogno presenti nei vari Paesi.

I corridoi rappresentano in conclusione un fondamentale ma non esclusivo strumento di accesso legale in Italia. Per tale ragione, senza entrare nel merito del ragionamento giuridico relativo alla concessione dei cd. visti umanitari, riteniamo importante ribadire che i corridoi umanitari stessi non possono essere considerati l’unica valida modalità di accesso legale in Italia  e che occorre attribuire legittimità anche ad altre forme di ingresso utili a sottrarre le persone dai rischi mortali del viaggio valorizzando, in attesa di auspicabili riforme, ogni strumento offerto dalla normativa vigente.