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Venerdì 19 Giugno 2015
"Mari e muri. Infinite barriere mortali per i migranti" è il titolo del Dossier che Caritas Italiana propone in occasione della Giornata mondiale del rifugiato del 20 giugno. In un momento in cui si torna a parlare di "muri" anche in Europa, con questo strumento si vuole indagare il fenomeno migratorio con uno sguardo particolare sui confini da varcare (“mari e muri”, appunto) e con un focus sulla realtà, poco conosciuta quanto drammatica, come le migrazioni nel Corno d’Africa verso il Golfo di Aden.
Nel testo oltre al mar Mediterraneo, si ricorda il muro Saharawi, conosciuto anche come “il muro della vergogna”, che separa il Marocco e la parte dell’ex- Sahara Occidentale, i muri di Ceuta e Melilla, le ultime due enclaves sotto la sovranità spagnola in territorio africano, il muro Tijuana, che si estende per oltre 1.000 chilometri sul confine tra il Messico e gli Stati Uniti. E molti altri ancora (oltre 50 secondo gli ultimi dati), come il muro israelo-palestinese, il muro tra India e Bangladesh, quello tra Iran e Pakistan e quello annunciato in questi giorni dall’Ungheria al confine con la Serbia.
Il Dossier, il sesto realizzato quest'anno, vuole inoltre ricordare e promuovere il diritto fondamentale alla libertà di movimento, garantito dalle Convenzioni Internazionali e compiutamente espresso nella Dottrina Sociale della Chiesa: «Ogni essere umano ha il diritto alla libertà di movimento e di dimora nell’interno della comunità politica di cui è cittadino e ha pure il diritto di immigrare in altre comunità politiche. Per il fatto che si è cittadini di una determinata comunità politica, nulla perde di contenuto la propria appartenenza alla stessa famiglia umana e quindi l’appartenenza, in qualità di cittadini, alla comunità mondiale». Poiché di fronte a Dio, tutti gli uomini sono uguali.
Nel testo inoltre si tratta del tema delle migrazioni, ricordando una realtà poco conosciuta, quella dei Paesi del Corno d’Africa: Somalia, Etiopia, Eritrea, Gibuti. La Repubblica di Gibuti in particolare è un piccolo Stato che si affaccia sul Mar Rosso. Rappresenta il passaggio obbligato di molti migranti che fuggono dai conflitti e dalle repressioni nei loro Paesi per riversarsi nell’antistante Yemen. Nel 2014 sono state 82.680 le persone passate da Gibuti verso lo Yemen e identificate. Si ignora il numero dei clandestini mentre sarebbero 265 le vittime accertate.
Il Dossier segue quelli già pubblicati e disponibili interamente on-line, che approfondiscono i temi della crisi in Grecia, del conflitto in Siria, della condizione dei carcerati ad Haiti, dello sfruttamento lavorativo in Asia e della condizione giovanile in Bosnia ed Erzegovina.
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